Bastia

Molino, pochi centimetri bloccano i lavori

Sette anni di battaglia legale per un muretto di cemento e una recinzione

BASTIA UMBRA – Il Nuovo Molino di Assisi intende ampliare il proprio stabilimento con «un capannone in aderenza all’opificio esistente, da destinare a magazzino e lavorazione dei cereali, nonché di tre silos di stoccaggio, con previsione anche di un’area di pertinenza per la manovra e sosta di mezzi pesanti, e di una recinzione in rete metallica». Ed è proprio quest’ultimo elemento che rischia di bloccare l’intero progetto. Secondo il Comune di Bastia Umbra e la Soprintendenza, infatti, la recinzione è troppo vicina al Chiascio.Secondo l’azienda, difesa dall’avvocato Mario Rampini, «sin dal 19 aprile 2006» era stato chiesto «il permesso di costruire per la realizzazione di opere .., concernenti l’ampliamento dello stabilimento produttivo». Opere che erano state approvate sia dal Comune sia dalla Soprintendenza. «In corso d’opera» l’azienda decideva «di realizzare la recinzione poggiando la rete su un cordolo perimetrale di cemento, per un’altezza massima di ml. 2, come da progetto approvato». Nel dicembre 2008 i vigili urbani effettuavano un sopralluogo rilevando «tale difformità con erronea indicazione dell’altezza del muro in cm. 60, senza tenere conto dello spessore di finitura per la sistemazione del piazzale». Da questa contestazione scaturiva un’ordinanza di «demolizione delle opere difformi»e trasmissione «alla Soprintendenza ai fini del parere vincolante per l’accertamento della compatibilità paesaggistica, trattandosi di opera realizzata su area assoggetta a vincolo nella fascia di 150 metri dal fiume Chiascio». La recinzione non ricadeva, però, all’interno dell’area di vegetazione fluviale o boscata, come da atti della Comunità montana. La Soprintendenza il 17 giugno 2011 esprimeva «parere negativo in merito alla compatibilità paesaggistica delle opere difformi».
Secondo i giudici amministrativi «l’altezza effettiva del muretto di sostegno della recinzione è di cm. 25, e non già di 80; l’altezza di ml. 1,60 riguarda un modestissimo tratto del muretto in corrispondenza di un avvallamento del terreno. Erronea è anche l’indicazione dell’altezza complessiva della recinzione, che viene comunque mantenuta nel limite dei due metri previsto dai precedenti titoli abilitativi» e come il «parere appaia illogico rispetto alle precedenti valutazioni positive espresse su interventi ben più significativi con il permesso di costruire del 2007 e la variante del 2008, di impatto ambientale non comparabile rispetto alla realizzazione di un cordolo in cemento». Da qui P accogl im ento del ricorso dell’azienda.
U.M.

 

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