Bastia

Mistero del potere

Consideriamo tre differenti scene, cerchiamo di correlarle per poi trarre delle osservazioni finali:


SCENA UNO: immaginiamo di avere sotto gli occhi una qualunque foto di paese che ritrae i cittadini nel corso di un evento importante, si può riscontrare la presenza del sindaco, degli uomini più illustri, del farmacista e per certo non può mancare il parroco: in ogni paese la figura del parroco è un punto di riferimento e la sua presenza è quel collante morale e spirituale che unisce tutti i cittadini, è da lui che scaturisce il senso di appartenenza al proprio paese.


SCENA DUE: proviamo ora a chiamare questo paese Bastia e identifichiamo l’importante evento con la posa della prima pietra della Leroy Merlin di Ospedalicchio. La struttura è privata, i finanziamenti anche eppure sono presenti in pompa magna l’assessore ai lavori pubblici (forse la costruzione dell’opera è merito suo?), il sindaco e il parroco di Ospedalicchio.  Appunto.  Aldilà della sfilata delle autorità, che può essere o no condivisibile, il parroco era presente: la sua autorità ha testimoniato la sacralità di un evento assai importante per Bastia, sia dal punto di vista occupazionale che dell’immagine.


SCENA TRE: supponiamo infine che questo paese sia retto da un’amministrazione incoerente, che prende decisioni di facciata, che bada all’immagine e non ai contenuti. E osserviamo poi i presenti all’inaugurazione del sottopasso di via San Rocco: vi scorgiamo tutte le più importanti autorità ma l’assenza di don Francesco lascia un vuoto incolmabile. Perché il parroco di Bastia non è stato invitato?  Delle due l’una: o quell’opera pubblica è ritenuta poco importante per scomodare una figura del calibro di don Francesco oppure (e da quest’amministrazione c’è da aspettarselo) c’è sotto qualcosa.
La notte di Pasqua don Francesco ha commentato negativamente (e come dargli torto!) la manutenzione delle strade bastiole. Poiché la nostra amministrazione punta tutto sulla facciata e l’apparenza, quest’affermazione può aver fatto storcere il naso a qualche alto papavero.  Esiste una connessione tra la libera espressione di un’idea e l’esclusione di don Francesco da un importante evento pubblico? Non si può dire con certezza. Possiamo far finta di vivere in un paese in cui tutti possono dire la loro senza essere rilegati nel dimenticatoio ma i cittadini devono essere consapevoli di queste manovre perché Orwell sosteneva che il totalitarismo di stampo mafioso nasce dalla disinformazione degli uomini. Le persone che antepongono i loro interessi a quelli pubblici devono essere escluse dall’amministrazione: chi pensa di poter fare aria pulita con le stesse facce, è un illuso, per cambiare veramente servono delle facce pulite!


Michael Mocci

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