Bastia

Mignini-Petrini, i termini dell’accordo

L’intesa fra azienda e sindacati sarà vagliata dalle assemblee dei dipendenti, martedì la ratifica
Incentivi e ricollocamenti per i dipendenti della sede di Bastia


ANTIOCO FOIS
BASTIA – Martedì l’atto finale della trattativa sindacale della Mignini-Petrini. Sarà l’assemblea dei dipendenti a dire l’ultima sull’accordo siglato mercoledì da sindacati e delegazione di una delle aziende italiane leader nella produzione di mangimi.
La proposta della Miginini-Petrini per riassorbire e ricollocare una quarantina – secondo i sindacati – di dipendenti in vista della chiusura dello stabilimento di Bastia si basa sulla dicotomia di un nuovo piano industriale, “con investimenti produttivi e commerciali in grado di sostenere l’azienda nei prossimi anni”, spiega una nota della Flai-Cgil, e un piano sociale “che accompagna la fase di ristrutturazione con ricadute occupazionali non drammatiche sui lavoratori”.
La formula di razionalizzazione prevede 8 milioni di investimenti per lo stabilimento di Petrignano, che assorbirà la produzione di Bastia e diventerà il sito produttivo di riferimento per l’intero gruppo. Dal punto di vista commerciale, invece, la mission sarà operare su una fascia di mercato medio-alta che le consenta di competere sulla qualità dei suoi prodotti e non attraverso la leva dei costi.
Il nodo più importante che il nuovo accordo – migliorativo rispetto al precedente, col quale condivide l’impianto di base, come spiega Mario Mignini, amministratore delegato dell’azienda – andrà a sciogliere riguarda l’aspetto occupazionale. Tutti gli operai di Bastia verranno ricollocati. Una parte presso lo stabilimento di Petrignano (4 in portineria, 5 nella logistica e servizi generali), un’altra presso la Colussi di Petrignano (4 lavoratori), mentre 2 dipendenti saranno assunti in un’azienda specializzata del settore meccanico e un ultimo lavoratore passerà alla Molini Spigadoro di Bastia. Per altri sei è stato previsto l’accompagnamento ala pensione, con un incentivo economico di sostegno al reddito. Per chi volesse lasciare volontariamente l’azienda, l’accordo in attesa della conferma dele assemblee prevede un incentivo di oltre 20mila euro. Per gli impiegati infine, verrà avviato un piano di outplacement per favorirne la ricollocazione sul territorio.
“Raggiungere un accordo è sempre una soddisfazione – commenta Mario Mignini – e sono contento che sia stata evitata una stagione di tensioni. Da parte dell’azienda c’è stato un grosso impegno, sia per ritoccare la proposta in via migliorativa, ma soprattutto sul piano della comunicazione, spiegato meglio i termini della proposta precedente”. Soddisfazione anche da parte del sindacato. “Si tratta di un buon risultato, frutto della determinazione dei lavoratori, capaci prima di lottare e poi di avanzare una proposta e trovare un accordo coerente con i propri interessi in un contesto di difficoltà generale come quello attuale – commenta Vincenzo Sgalla, segretario generale Flai Umbria – ora saranno i lavoratori come sempre a dire l’ultima parola nele assemblee previste per martedì”.

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