Bastia

Mettersi in rete per contare di più

Buoni riscontri dall’Expo di Confindustria che ha visto insieme imprese, centri di ricerca, buyer, professionisti e istituzioni

Per il numero uno dell’associazione degli industriali è necessario che tutti gli attori facciano la propria parte per rimettere al centro la manifattura

di Marina Rosati
BASTIA UMBRA – Incontri b2b, workshop, accordi, sinergie,contatti. Umbria Business Matching si conferma momento di confronto, appronfondimento e scambio soprattutto
per la miriadi di piccole e medie imprese umbre che non si conosco e che possono fare rete per guadagnare mercati più ampi, commesse più importanti,economie  di scala migliori. Confindustria ci ha visto giusto nell’organizzare per il terzo anno consecutivo all’Umbriafiere di Bastia questa expo in salsa glocal vista la presenza anche di imprese di fuori regione e di paesi esteri.
Oltre 300 imprenditori che per tutta la giornata di ieri hanno avuto gratuitamente il loro spazio, il loro stand nei padiglioni 8 e 9 ela possibilità concreta di conoscersi e avviare un percorso
di collaborazione. Presente tutto il panorama economico-produttivo e il mondo accademico, della ricerca e della formazione che venendo in contatto possono trovare migliori strade e
soluzioni per premere sull’acceleratore di una ripresa che c’è sulla carta ma è inestitente nella sostanza. “Male possibilità per rialzare la testa ci sono tutte -sottolinea il presidente di Confindustria Umbria che insieme al sindaco di Bastia Umbra Stefano Ansideri ha tagliato il nastro della manifestazione – ; tra gli imprenditori presenti c’è il giusto spirito, c’è un clima positivo  che speriamo possa portare anche a dei risultati concreti. Con questo evento – sottolinea ancora Alunni – auspichiamo maggiore conoscenza tra le aziende, ma anche tra le istituzioni,
il mondo della ricerca che solo insieme possono diventare una forza propulsiva contro la crisi”. Insomma l’Umbria ha tutte le potenzialità per farcela ma molte sembrano inespresso
o mal comprese secondo il numero uno degli industriali.“Non siamo ancora riusciti a cogliere le enormi opportunità che abbiamo, il potenziale inespresse che l’Umbria ha nel suo dna. Ecco perché come Confindustria abbiamo voluto fortemente questo evento che ci permette di incontrarci e confrontarci. Per ripartire è necessario che tutti gli attori facciano la propria parte, compresa la società civile che deve rimettere al centro e comprendere il grande valore dell’industria”.Nel corso della giornata oltre alle possibilità proprie di ciascun imprenditore nell’attivare contatti e sinergie con gli altri standisti presenti, sono stati approfonditi alcuni temi come l’innovazione che era uno di quelli centrali della manifestazione.In particolare nel workshop “Digital transformation
talk, idee, persone, strumenti per la trasformazione digitale” promosso dal Gruppo Giovani imprenditori, dalla sezione servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Umbria e dall’Umbria Digitalinnovation hub sono state affrontate le modalità del cambiamento e della trasformazione digitale. “L’industria agroalimentare tra innovazione e tradizione, come mantenere l’identità sviluppando il prodotto” era invece il titolo del workshop per affrontare il tema del futuro della filiera agroalimentare, promosso dalla sezione agroalimentare al quale ha partecipato anche l’assessore regionale Fernanda Cecchini. Altri due seminari hanno completato la giornata di ieri ovvero: “Il risk management, come gestire i rapporti negoziali in una situazione di
mercato economicamente critica minimizzando i rischi” promosso da Adaci, l’Associazione nazionale cui aderiscono i responsabili degli Uffici acquisti aziendali e di quello dedicato al “Fondo
sociale europeo, opportunità per le imprese e sostegno all’occupazione” che ha visto la presenza del vice presidente della giunta regionale Fabio Paparelli.A completare l’evento sono
state allestite altre aree come quelle dell’internazionalizzazione (con in primo piano i progetti di Umbria Export),dell’innovazione (i principali Centri di ricerca italiani si sono incontrati e confrontati con le imprese), dell’Università (spazio dedicato alle novità e ai progetti delle due atenei perugini) e delle multinazionali e grandi imprese (incontro e confronto tra le
aziende multinazionali e le grandi imprese dell’Umbria).

Per Bazzica di Foligno e Cancelloni di Magione “c’è un risveglio”; fascia Appenninica in difficoltà secondo Minelli

La ripresa è arrivata? Amacchia di leopardo

BASTIA UMBRA (Mar.Ros.)Ripresa a macchia di leopardo in Umbria con territori come il Folignate e la zona del Lago che vanno meglio e aree come la fascia Appenninica che continua ad annaspare colpita com’è da crisi di settore pesanti. Il quadro dell’economia umbra è venuto fuori ieri nel corso dei vari tavoli e workshop di appronfodimento proposti da Confindustria
ma soprattutto dalle parole dei tanti imprenditori presenti nei padiglioni di Umbriafiere dove si è svolta la terza edizione di UmbriaBusiness Matching. Secondo Paolo Bazzica, presidente
della sezione territoriale della Confindustria di Foligno “ci sono segnali positivi di ripresa. Il territorio di Foligno e dintorni sta vivendo un periodo di risveglio che è trainato dal positivo andamento delle imprese meccaniche che portano effetti positivi anche per le altre realtà del territorio. Credo quindi – ha concluso Bazzica – che ci siano tutti i presupposti per una buona ripartenza. Anche perché su Foligno abbiamo creato un gruppo coeso, coerente che lavora molto sulla qualità e sulle collaborazioni tra industrie”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche
Fabio Cancelloni dell’omonimo gruppo di ristorazione di Magione che rileva una buon andamento del suo comparto, strettamente legato al miglioramento dell’economia generale.
“La ristorazione è da sempre una cartina di tornasole della situazione generale dell’economia – spiega l’imprenditore del Lago – ; la gente è tornata a frequentare i locali e a spendere. Quello che però diventa fondamentale – sottolinea ancora Cancelloni – è l’interazione con il territorio e la valorizzazione dello stesso attraverso le sue eccellenze”. Del tutto diversa la situazione nella
fascia Appenninica dove alla crisi dell’ex Merloni che è ormai diventata cronica si aggiungono altre vertenze pesanti e situazioni di stasi. “Ci sono da segnalare le profonde difficoltà del
settore edile – spiega il presidente della sezione territoriale di Confindustria Matteo Minelli – ; ma alla crisi del comparto delle costruzioni si aggiungono i problemi della ceramica, in particolare del gruppo Tagina. L’unica nota positiva arriva da alcune start up che stanno nascendo  e che danno qualche segnale di risveglio. Sulla questione dell’ex Merloni – sottolinea Minelli – bisogna
però dire le cose come stanno: a fronte di qualche buon progetto da parte di alcuni imprenditori disposti a riassumere una sessantina di lavoratori non si hanno risposte dal governo e si aspettano ancora i soldi di Invitalia”. Economia dunque a due velocità nel Cuore verde che soffre per le pesanti conseguenze di alcune vertenze come Perugina e Colussi che rischiano di mettere in difficoltà alcuni territori dove l’indotto creato da questi grandi gruppi può creare conseguenze negative sull’andamento anche delle piccole e nano imprese presenti.

Verso Argentina e Paraguay passando per Slovenia, Tunisia e Usa

Siglati anche importanti accordi internazionali

BASTIA UMBRA L’Umbria sempre più affacciata sul mondo. Una finestra che dal centro fiere Maschiella si apre verso nuovi paesi per allacciare rapporti, siglare accordi, trasferire know how e
raccogliere esperienze. A cominciare da Argentina e Paraguay che insieme all’Umbria hanno presentato un progetto di trasferimento tecnologico e collaborazione industriale nel settore degli oli vegetali per uso umano, animale e bioenergetico. L’importante collaborazione nel settore dell’energia da fonti rinnovabili è stata al centro di due importanti intese siglate da Confindustria Umbria e Umbria Export e la Federazione degli industriali della Provincia di Santa Fe’ (Argentina) e l’Unione degli industriali del Paraguay.Spostandosi nell’America settentrionale si è parlato di un
progetto di assistenza tecnica a supporto di iniziative di internazionalizzazione in Usa con l’American Chamber of commerce in Italy. Spazio alla collaborazione con la Tunisia attraverso un piano di cooperazione internazionale nel settore dell’agroindustria che è stato discusso con alcuni esponenti delle istituzioni tunisine. Per quanto riguarda la Slovenia erano presenti l’ambasciatore e il vice ambasciatore sloveno in Italia e il direttore dell’Ente del Turismo in Slovenia.

 

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