Al romanzo di Rula Jebreal il premio “Claudia Malizia”


BASTIA UMBRA – Rula Jebreal, con il romanzo “La sposa di Assuan” (Rizzoli) si è aggiudicata l’edizione 2006 della sezione “Claudia Malizia” del premio Fenice-Europa. 11 riconoscimento le verrà consegnato il 9 settembre a Monteleone di Spoleto, in occasione della cerimonia finale del Premio.
La giuria tecnica, composta da Younis Tawfik, Mariagiovanna Elmi, Lia Viola Catalano e Rizia Guarnieri, ha individuato nel libro della Jebreal un forte messaggio di “amore per la vita”, quello stesso che Claudia Malizia, una giovane di Bastia Umbra prematuramente scomparsa, aveva indirizzato nei confronti dei suoi coetanei affinché non gettassero inutilmente la propria esistenza.
Il volume è stato consegnato in lettura a 100 giovani affinché diventino “messaggeri di vita”. Rula Jebreal è nata ad Haifa nel 1973. Palestinese con passaporto israeliano, nel 1993 si trasferisce in Italia e inizia ad occuparsi sui quotidiani di politica mediorientale. Dal 2002 è giornalista di La7, dove ha condotto il telegiornale, il programma di approfondimento pianeta 7 e il quotidiano Omnibus, Nel 2004 ha pubblicato il suo primo romanzo “La strada dei fiori di Miral”. “La sposa di Assuan” narra la storia della famiglia di Mazen Qupti, commerciante di Assuan che vive sulla propria pelle la tragedia dei cristianicopti in Egitto, sospettati dalla maggioranza musulmana di collaborazionismo con gli inglesi. Dopo varie vicende Ma-zen sceglie la via dell’esilio con la moglie Iman e la figlia Salua, sposa promessa ad un giovane di Nazareth. Ma a Gerusalemme il dramma è in agguato, la speranza si dissolve e la fuga torna ad essere l’unica via d’uscita. Ad Haifa sembra possibile trovare la sicurezza, ma siamo nel 1948 e scoppia la guerra con Israele. Salua, bella e cora: gosa, diventa la voce di tutte le donne in guerra, destinate a ricostruire vite distrutte.
“I valori più importanti di Salua – ha dichiarato Rula Jebreal – sono il grande senso di dignità, l’amore per la vita, la lotta pacifica, ma soprattutto la tolleranza: verso i musulmani che hanno ucciso suo padre, verso gli ebrei che le hanno rubato tutto. Ai giovani dico di non giudicare completamente una cultura dalle azioni di pochi individui”.

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