Assisi Il provvedimento è scattato ai danni di un negozio all’ingrosso di un commerciante cinese di Bastia
Il valore della merce recuperata dalla Finanza si aggira attorno ai 40mila euro
di MATTEO BORRELLI

ASSISI – Maglie, pantaloni, sciarpe e biancheria intima per un totale di ventimila capi di vestiario non conformi al Codice del consumo sono stati sequestrati dalla tenenza di Assisi della Guardia di Finanza Secondo le prime informazioni il valore della merce dovrebbe aggirarsi tra i trenta e i quaranta mila euro. Il negozio all’ingrosso interessato al sequestro è gestito da un commerciante di nazionalità cinese ed è situato a Bastia Umbra.
Durante l’intervento degli uomini delle Fiamme gialle di Assisi è stata rilevata una violazione al Codice del consumo perché la merce era priva dell’etichetta riferita alla ditta titolare del marchio. Il piano di controlli è stato concepito a tutela del regolare svolgimento del libero mercato, poiché la vendita di prodotti transitati per canali alternativi e privi di garanzie potrebbe comportare una concorrenza sleale nei confronti dei commercianti che rispettano le leggi dello Stato in materia.
Il precedente. Risale a dieci giorni fa un’analoga operazione sempre degli uomini della Guardia di finanza: a Foligno sono stati sequestrati oltre 1.200 capi d’abbigliamento senza etichetta, nell’ambito di un vasto piano di controlli. La merce era stata ritirata presso un esercizio commerciale cittadino, gestito da un italiano per il quale è scattata, oltre alla sanzione pecuniaria, anche una denuncia penale. I capi di abbigliamento sequestrati erano infatti privi delle etichetta-tura necessaria per poter risalire al produttore, privi delle indicazioni della ditta titolare del marchio e di quelle relative ai materiali utilizzati per la realizzazione del prodotto.
Con la messa in vendita di questi articoli, il commerciante ha quindi violato le norme a tutela dei consumatori, imposte appunto dal codice del consumo. E’ stato inoltre denunciato penalmente dalle fiamme gialle per il reato di contraffazione. Sugli scaffali del negozio infatti, vicino alla merce priva di etichettatura, sono stati trovati oltre duecento capi d’abbigliamento contraffatti con marchi e loghi che riproducevano fedelmente quelli di grandi case di moda italiane ed estere.

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