La Finanza irrompe in un magazzino di Assisi dove un cinese vende capi senza etichette GIACCONI, pantaloni, magliette, biancheria intima, guanti e altro ancora. Di tutto e di più fra gli oltre ventimila capi di abbigliamento sequestrati dai militari del nucleo mobile della tenenza Guardia di Finanza di Assisi a un commerciante di nazionalità cinese con attività nella zona di Bastia Umbra. Per questioni, per così dire, di «etichetta», e non solo.
Merce che era in vendita nel negozio dell’uomo, un trentenne, insieme ad altri prodotti in regola con la normativa vigente. Le Fiamme gialle hanno contestato difformità riguardanti il rispetto del Codice del consumo, entrato in vigore il 23 ottobre 2005, per il riassetto della normativa a tutela del consumatore, frutto del lavoro di una commissione istituita presso il Ministero dello Sviluppo economico; in particolare alcuni capi di abbigliamento erano privi di etichetta, in altri il cartellino non dava indicazioni relative al produttore o all’importatore dei materiali impiegati dei metodi di lavorazione e neanche delle modalità d’uso. I militari hanno operato nell’ambito del piano di controllo predisposto per la tutela del regolare svolgimento del libero mercato e contrastare il fenomeno di prodotti giunti negli esercizi commerciali attraverso canali alternativi e privi di garanzie. Un modo che potrebbe comportare una concorrenza sleale nei confronti dei commercianti che rispettano le leggi italiane in materia. Senza dimenticare che, soprattutto per quanto riguarda la mancata dichiarazione dei materiali utilizzati per il confezionamento, si potrebbero produrre dei danni nei confronti degli acquirenti. La Guardia di finanza della Tenenza di Assisi ha pertanto riscontrato all’interno del negozio di proprietà del cinese, la presenza di capi non in regola insieme ad altri che invece rispondevano alla normativa in vigore. Oltre ventimila capi sono stati pertanto sequestrati in via cautelare. Sarà ora la Camera di Commercio a valutare la situazione sulla scorta del verbale della Finanza e andare alla convalida del sequestro. Una volta ratificato il provvedimento si potrebbe giungere alla confisca della merce e ad una pesante sanzione pecuniaria.
Maurizio Baglioni
Nazione-2011-02-17-Pag07