Bastia

Marcello Veneziani tra terra e patria

 «OICOS» GRANDI APPLAUSI ALL’ESPERIA PER IL GIORNALISTA FILOSOFO 
 
— BASTIA —
NAVIGA ULISSE alla ricerca di Itaca, e il suo è viaggio che non si placherà, perché la sete di conoscere, di andare oltre sono propri dell’uomo. Terra, patria, nazione diventano termini dai significati contraddittori, ostaggi di ideologie opposte. Il tema è aspro, difficile, teso: spetta a Marcello Veneziani dipanare la matassa della storia, il groviglio di idealità, trovare il filo interrotto, plasmare concetti che a tutti appartengano. E’ il terzo incontro di Oicos, associazione che fa della cultura il suo messaggio con ospiti di valore intellettuale assoluto, dimostra che il dibattito si fonda sulla civiltà del sentire, non univoco, mai settario. All’Esperia la scena è tutta per Veneziani, argomentare serrato, percorso nella storia e nei recinti dell’animo. Si vive nel proprio tempo, ed è scelta radicale, o si è figli di un luogo, di una tradizione, e ciò significa mettere radici. La terra ha come contrappasso la globalizzazione e il desueto concetto di patria riemerge magari negli anni ‘80 per la vittoria ai campionati del mondo di calcio.
Nazionalismi? Tanti e differenti, divisi tra giacobini e reazionari. Ora c’è un patriottismo sommerso, lontano dalla politica, fatto di sport, tv, costume, di Made in Italy, di griffe. E c’è ancora la ricerca delle terra perduta, che è nostalgia dei conservatori, o della terra promessa, utopia e sogno dei rivoluzionari. Si fa largo il bisogno di una casa che non è legame statico ma un continuo viaggiare per tornare, per mettere a frutto i confronti: il patriottismo nuovo che si specchia negli altri, basato sul rispetto e non sul primato, itinerario sentimentale e filosofico. Racconta, osserva, dialoga, Marcello Veneziani. Il senso della vita emerge, senza asprezze, visione di grande forza interiore.
m.c. 

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