Bastia

Mamma accusa la trans Il legale: «È minacciata»

La tragedia di Samuele, morto a 22 anni in circostanze da chiarire Interviene l’avvocato di Patrizia: «Facciamo tutti un passo indietro»
PERUGIA Da una parte lo strazio di mamma Sonia, alle prese con quel dolore incurabile, un figlio morto a 22 anni, che non crede alla versione di Patrizia, la trans accusata di omicidio preterintenzionale («ha strozzato un ragazzino, non dice la verità ed è assurdo che questa persona sia libera e io mio figlio non ce l’ho più») e l’affondo dello stesso avvocato, Valter Biscotti, legale dei De Paoli secondo cui «è sorprendente come non siano state applicate le
misure cautelari minime all’indagato». Dall’altra l’avvocato dell’indagata Pineiro Reis Duarte Hudson, Francesco Gatti: «Questo clima non fa bene, la mia assistita ha ricevuto anche messaggi di minacce». In mezzo la tragedia di un giovane, Samuele De Paoli, che si guadagnava da vivere facendo il benzinaio e viveva con la mamma e i fratelli a Cipresso di Bastia Umbra, e un’indagine in corso da parte della procura che aspetta gli esiti dell’autopsia per tirare le somme su quanto accaduto la maledetta sera del 28 aprile scorso. E sciogliere l’enigma: realmente Patrizia si è solo difesa dall’aggressione di Samuele e il decesso è dovuto allo choc del nervo vago, oppure c’è dell’altro. I consulenti tecnici della procura – Mauro Bacci e Sergio Scalise – sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’omicidio e martedì a Patrizia sarà prelevato anche il dna per compararlo con i reperti trovati all’interno della Panda
e sul corpo di Samuele. Da chiarire anche come siano state prodotte le lesioni alle costole della trans: l’indagata aveva detto di essere stata colpita con un bastone (mai recuperato) ma i medici legali sarebbero orientati a stabilire che si sia trattato di un calcio, proprio mentre i due erano forse a terra. «Bisogna avere rispetto degli inquirenti, del loro lavoro e dei loro tempi. Se a due settimane dal fatto la procura sta facendo le sue indagini e ancora non c’è una misura cautelare irrogata, evidentemente ci sono delle ragioni – dice l’avvocato Gatti –. A fronte della morte di questo ragazzo esprimo sincero rincrescimento ma c’è un quadro evidente di lesioni all’indagata compatibili con la difesa legittima su cui gli inquirenti non si sono ancora pronunciati perchè non ci sono le conclusioni degli accertamenti tecnici». E rivela che «la Pineiro ha ricevuto messaggi minatori e, in occasione di un’uscita per strada, è stata oggetto di scherno, minacce e attenzioni ingiuste. Tutti dovremmo fare un passo indietro non ha senso ogni giorno soffiare sul fuoco. Nel nostro ordinamento ci sono norme che, in circostanze analoghe, consentirebbero a chiunque di affrontare il procedimento a piede libero». Eri.P.

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