SI E’ IMPOSTA rapidamente come una delle voci più belle, intense e raffinate della musica italiana. Adesso, sull’onda del grande successo del suo secondo album «Grovigli», dell’apprezzamento della critica e dei sold out registrati in tour, Malika Ayane si prepara a tornare in Umbria. Dopo il concerto di un anno fa ad Assisi («bellissimo, ho un ricordo meraviglioso»), la cantate sarà in scena dopodomani, martedì 24, a Villa Fidelia. Per Malika quello di Villa Fidelia è un debutto che — ammette — «mi terrorizza e mi fa sentire un sanissimo senso di inutilità. A luglio ero qui per Umbria Jazz — ricorda — e ho fatto un sopralluogo a Spello con Sergio Piazzoli. L’ho trovato un posto bellissimo, maestoso, di quelli che ti fanno capire davvero i progressi dell’umanità». E cosa proporrà a Villa Fidelia? «La scaletta intreccia le canzoni dei miei due album più alcune cover che decido di volta in volta. A Spello ce ne saranno quattro nuove». I due album rispecchiano un’evoluzione, una crescita professionale e personale? «Sì, perché il prima nasceva dall’inconsapevolezza, né io né Ferdinando Arvò avevamo mai fatto un disco. ‘Grovigli’ si basa su quell’esperienza, è un’evoluzione naturale che risente di un anno di incontri, collaborazioni, sperimentazioni e successi. E’ un album più rilassato, sono cresciuta vocalmente, mi conosco meglio» Il titolo, Grovigli? «Rappresenta tutti i momenti, le esperienze che ho vissuto. E’ come una matassa, ogni volta che si scioglie un nodo, se ne crea un altro..». E come è l’impatto con fama? «E’ stano ma mi ha reso più serena. L’ambizione ti dà un senso di incompiutezza, quando raggiungi un obiettivo sei più felice, più rilassata. Io faccio quello che mi piace davvero, sono contenta ma so che non bisogna mai sentirsi arrivati, mai perdere la dimensione umana».
A luglio era a Umbria Jazz come spettatrice. E come cantante? «Da grande sarebbe bellissimo, adesso è presto, quando ho sentito Tony Bennet ho pensato di smettere. Sono stata a Perugia un week-end, è bello ascoltare chi è meglio di te, per migliorarsi». Lei viene spesso in Umbria.. «E non solo per i concerti. Ricordo di aver partecipato a una convention di giocolieri a Orvieto, avevo la tenda in una stalla. L’Umbria è come una terra franca, qui vivo esperienze senza tempo».
di SOFIA COLETTI