Dai crostini con regaglie alla minestra alla cacciatora, tutto in un libro

Lavoro, preghiera e solidarietà Tutto quello che va oltre le esigenze delle suore viene distribuito a chi ha necessità
Coltiviamo nell’orto pomodori, zucchine melanzane e peperoni e condividiamo i nostri prodotti con le famiglie bisognose

di Rita Boini
BASTIA UMBRA I crostini con regaglie di pollo, la minestra detta alla cacciatora ossia latte di gallina, che altro non è che la stracciatella. Ricette tuttora conosciute alla cucina bastiola. Queste due ricette si trovano, insieme a tante altre che i bastioli ancora preparano nelle cucine di casa e in quelle delle strutture ristorative, e a ricette provenienti da antichi taccuini e foglietti scritti in bella grafia femminile, custoditi nell’archivio delle monache, nel libro “Antiche ricette delle Monache”, del monastero delle Benedettine di Sant’Anna di Bastia Umbra (a cura di Monica Falcinelli, Bertoni editore ).Il monastero è pieno di vita, e iniziative, si lavora, si prega, si produce (olio, confetture e anche birra artigianale), si pratica la vendita diretta e non si disdegna l’ecommerce. Ma la vita di ogni giorno è tra lavoro, preghiera e tanta solidarietà, perché una volta coperte le esigenze delle suore e del loro monastero tutto quello che avanza è per chi ha bisogno. Merito di un gruppo di suore giovani ed un’energica abbadessa, suor Noemi Scarpa. – Madre Noemi, quando si pensa a Bastia Umbra si pensa all’industria, al terziario, non certo all’agricoltura. E invece quello di Bastia Umbra è un territorio molto fertile, varcato dai fiumi Tescio e Chiascio, bonificato dai benedettini della vicina Assisi, perciò vocato davvero all’agricoltura, sede da secoli dell’abbazia benedettina femminile di Sant’Anna. Un territori adatto all’agr icoltura monastica e alla tradizione agricola umbra.- Lei però non è umbra. Sono veneziana di nascita, diventata suora a vent ’anni, 25 anni fa, dopo una carriera sportiva nella pallacanestro (ai massimi livelli, ndr.). Sono capitata a Bastia in aiuto in un momento in cui c’erano poche suore, dovevo rimanerci 40 giorni, e invece da molti anni ormai sono qui, insieme alle mie sorelle. Siamo tutte impegnate con entusiasmo in una missione in cui crediamo.- Da quando esiste l’abbazia benedettina a Bastia Umbra? La prima abbazia benedettina di Bastia ha origini nel 1100 circa, e in origine era dove c’è la chiesa di San Paolo, vicino al cimitero. Le monache sono state trasferite in Assisi durante le guerre tra questa città e Perugia, per poi tornare a Bastia nel 1602. Il loro monastero però, nel 1602, l’anno del loro ritorno, insediato nella Rocca baglionesca e c’è rimasto ancora oggi. – L’edificio e da subito anche l’orto? Certo. L’orto che tuttora coltiviamo risale a quell’epoca, ed è legato alla pratica benedettina verso la terra e al fatto che il territorio, tra Chiascio e Tescio, già prima della bonifica, era molto fertile. In realtà in origine il nostro orto era un frutteto, ora di quel frutteto rimangono una ventina di piante, vecchie ma non comunque quelle originali e non particolarmente antiche. L’orto c’è sempre stato ma per uso delle suore. Solo in questi ultimi anni abbiamo iniziato a ingrandirlo e ad aprirlo al pubblico. Molti anche a Bastia non sapevano, infatti, prima che ne svelassimo la presenza, della sua esistenza.- Quali ortaggi coltivate e come? Gli ortaggi sono quelli locali, pomodori, zucchine, zucche, melanzane, peperoni e così via. Seguiamo i principi di stagionalità e pratichiamo le antiche tecniche dei contadini bastioli per evitare l’uso di diserbanti e della chimica in genere. Siamo molto legate nella pratica agricola alle consuetudini locali. – Chi utilizza i prodotti dell’orto? L’orto serve a noi e durante l’anno ne condividiamo i prodotti con le famiglie bisognose. Per tre mesi all’anno, però, in estate, quando è più rigoglioso e c’è una grande produzione, l’orto è aperto e si può visitare. Tolti gli ortaggi per la nostra cucina e quelli che diamo alle famiglie bisognose quelli che rimangono li vendiamo, fino ad esaurimento, non pianifichiamo e forziamo niente.- Avete pubblicato un libro con le vostre ricette, che storia hanno? Le nostre ricette vanno dal Seicento in poi e riflettono la cucina bastiola in particolare e umbra in generale, spesso tuttora in uso, con impiego di prodotti del territorio, tranne qualche contaminazione. Accanto a ricette monastiche (come i malanni di grasso e i malanni di magro, che non sono medicine ma ricette che preannunciano il piacere per il palato e la distinzione tra piatti di grasso e piatti di magro) ci sono molte preparazioni familiari alla cucina bastiola, dai tozzetti (anche se qui si chiamano “faldoncini con mandorle da affettare”) alla “torta dolce” che assomiglia in modo straordinario alla classica torta di Pasqua dolce umbra. – Siete molto attive non solo nel coltivare l’orto. Oltre al ricettario e alla vendita qui e per online dei nostri prodotti abbiamo riaperto la bottega ad Assisi(La bottega delle monache, a San Pietro, ndr,) siamo in tv con la trasmissione La Cucina delle monache su Food network (accanto a madre Noemi suor Debora, nella vita precedente architetta, suor Miriam con all’attivo quattro lauree, suor Eleonora, laureata in psicologia, ndr) e seguiamo molto i social.- Quali differenze ci sono tra la vostra vita molto moderna rispetto a quella delle benedettine del passato? Niente. Ora et labora, prega e lavora, rimane sempre la nostra linea guida, che pratichiamo come si faceva nei secoli passati e, oggi, anche con mezzi, come internet, tv e social che un tempo non c’erano.

Il profilo
EX CAMPIONESSA DI PALLACANESTRO

Suor Noemi Scarpa, veneziana di nascita, prima di prendere il velo è stata campionessa di pallacanestro. Capitata nel monastero benedettino di Bastia Umbra, dove doveva fermarsi 40 giorni a dare una mano, ci vive da anni ed è diventata abbadessa. Insieme a suore giovani e plurilaureate segue il motto dei benedettini, Ora et labora, Prega e lavora. Utilizzando anche internet e la tv.

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