LA PROTESTA: I comitati accusano il manager della Centrale Umbra: «Solo promesse vane» 
 
PERUGIA — Piove sempre più forte sui binari della Fcu. La rivoluzione delle corse seguita all’orario di Trenitalia, ieri mattina, ha tenuto in bilico persino l’apertura di una scuola elementare del perugino con una operatrice didattica che dall’Altotevere doveva raggiungere la sede, nella quale è arrivata con quasi un’ora di ritardo. La causa: il nuovo orario di partenza del treno da Città di Castello del quale lei, come altri utenti, pare non fosse stata informata adeguatamente. «Nessun cartello, nessun messaggio è stato fatto pervenire qui a Città di Castello — tuona la protagonista della vicenda — Così abbiamo perso il treno, anticipato per permettere la successiva coincidenza con quelli di Trenitalia, e siamo arrivati al posto di lavoro con ampio ritardo». Così la donna, che doveva aprire la scuola, vi è giunta quando molti genitori con i propri figli la attendevano di fronte ai cancelli. «E’ inaccettabile, non ne possiamo più». E’ l’ultimo sfogo in ordine di tempo, di una diatriba che va ormai avanti da settimane e che ha sancito la definitiva rottura tra il Comitato dei pendolari umbri e l’ amministratore unico Fcu Vannio Brozzi (nella foto), rispettivamente arroccati in posizioni che sembrano destinate a non incontrarsi più. Tanto che oggi pomeriggio alle ore 15 l’assessore regionale Mascio, accogliendo le istanze dei pendolari, li ha convocati in un primo summit per capire meglio lo stato della situazione. Anche perché gli stessi componenti del Comitato umbro avevano a chiare lettere scritto a Brozzi che non intendevano proseguire più il confronto con lui e si sarebbero rivolti unicamente alla Regione. Così è stato. Ma c’è di più. I pendolari, rappresentati per le tratte di competenza Trenitalia da Alessio Santi e per quelle Fcu da Andrea Meniconi, rispondono a Brozzi dopo la sua conferenza stampa. «Questa dichiarazione — spiegano i due — è l’atto conclusivo dei rapporti con l’amministrazione Brozzi. La decisione di chiudere il dialogo è nata dopo ampia dimostrazione della sua totale inutilità. Nei numerosi incontri, dall’amministratore Fcu non abbiamo ricevuto altro che promesse poi puntualmente disattese nei fatti. Il risultato è che non vi è stata alcun concreto miglioramento del servizio ferroviario. L’episodio più grave è stato il mancato adeguamento dell’orario Fcu a quello di Trenitalia».
Cristina Crisci

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