Bastia-Am: di fronte i due ex compagni
IL TECNICO BIANCOROSSO
“Otto anni indimenticabili fino a sfiorare la B. Domenica però niente sentimentalismi”
di GIORGIO BURREDDU

BASTIA – Se fossero stati pazzi come i tifosi dell’Inter, avrebbero continuato ad amarla comunque. Ma qui siamo a Bastia, mica Milano, tutta da bere, qui c’è da vincere e convincere, perché la gente spera di migliorare la finale playoff dello scorso anno.
E passi un inizio di stagione così così, con la qualificazione in coppa ad attenuare la prima sconfitta in campionato con la neo promossa San Marco Juventina, arrivata a due minuti dal termine su calcio di rigore. “Sapevamo che all’inizio sarebbe stata dura – commenta il tecnico Zoran Luzi -, qualche difficoltà c’è. Siamo stati penalizzati per un singolo episodio, ma i margini di miglioramento ci sono e dobbiamo crederci”. Niente drammi, insomma, perché questo Bastia di stupire ha ancora voglia. “La continuità nel gioco, la finalizzazione, maggiore attenzione al reparto difensivo: sono tutti aspetti che dobbiamo migliorare se vogliamo puntare in alto”. Tutto fa brodo, sai com’è, e allora per la seconda di campionato è in programma un piatto speciale, prelibato. Contro l’Am98 la parola d’ordine è vincere, “anche se sarà difficile”.
Per due motivi. Il primo: gli avversari hanno vinto la prima partita e sono carichi come delle molle. L’altro si chiama Massimo Costantini, il tecnico, ma soprattutto ex compagno di Luzi ai tempi del Gualdo. “Un amico – racconta Luzi -, con lui ho condiviso momenti magici che non posso dimenticare. Abbiamo giocato otto anni con la stessa maglia, sotto le stesse piogge, lo stesso sole, sugli stessi campi. Ci siamo tolti delle grandi soddisfazioni”. Una sfida tra fratelli, o qualcosa del genere, che Luzi non vuole perdere per nulla al mondo.
“Il mio messaggio per lui? Solo i complimenti per quello che ha fatto. Con Massimo era impossibile discutere, è un ragazzo d’oro. Domenica ci vedremo in campo”. Anzi, rivedremo. Come alla fine de-gli Anni ‘90, quando entravano dal tunnel per vincere la stessa battaglia. A Gualdo, sì, 4mila abitanti e la leggenda di una squadra che stava per arrivare in Serie B. “Quei play-off li ricordo come se fosse oggi – prosegue -, finimmo ai rigori con l’Avellino. Fu davvero un peccato perdere”. Ma il ricordo più bello è di un gruppo unito, compatto, e di un allenatore, Walter Novellino, “che ha cambiato la mentalità di una cittadina abituata a fare i dilettanti”.
Dici Novellino e pensi carisma, dedizione, calcio da grande palcoscenico. “Penso sia la cosa che accomuna me e Massimo: Novellino ci ha insegnato molto, se oggi stiamo in panchina è anche grazie alle sue nozioni”.
Non bastavano 284 partite con la maglia del Gualdo, una promozione (dalla C2) e una finale play-off, “per fare l’allenatore devi sapere entrare nella testa dei tuoi giocatori. Da calciatore pensi più alla tua prestazione e fare quello che ti è stato chiesto. Novellino ci ha insegnato a prendere il cento per cento da tutti”.
E allora eccolo nei panni di “Zorro” Luzi, come lo chiamavano allora, al secondo anno di panchina ma già con tante sensazioni da raccontare. “Per domenica è tutto pronto. La squadra è carica e vuole cancellare la sconfitta di sette giorni fa. Dobbiamo essere convinti dei nostri mezzi. Tutto qui”.

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