BASTIA – E’ stata il primo, fondamentale, tassello di una (allora) costituenda School Volley Bastia, ma soprattutto ha un bagaglio di esperienze di altissimo rilievo: tanta B, ma soprattutto la A2 ad Ancona; quasi sempre capitano… e la dice lunga. Lucia Marcacci, tra un palleggio e l’altro, ha deciso in estate di lasciare la “fascia” di capitano a San Giustino, in B1, per arricchire la formazione di Bastia. Tanti successi sul campo, ma anche una grande passione per la matematica: e se fuori dallo spogliatoio è insegnante, anche al suo interno, per tutte, è “la prof.”. Questione di stile e, soprattutto, questione di numeri. E il suo di numero, il 4, cosa significa? “Non ha particolari significati.Mi è stato affidato la prima volta da coach Chiappini e ci ho vinto un regionale con l’under 14: siccome ha portato fortuna, ho continuato con quello”. E’ stata il primo innesto della School Volley Bastia, già a metà luglio. Perchè? “Per duemotivi, uno oggettivo ed uno soggettivo. Il motivo oggettivo è che il palleggiatore è quasi sempre una delle prime pedine nella costruzione di una squadra. Quello soggettivo è che nonmi volevo spostare tanto da casa e, valutando tra le varie società che si erano fatte avanti, il tandem Mandò-Sperandio ha avuto sicuramente il suo peso. Dario (Mandò, il presidente della School Volley, ndg) lo conosco da tanto ed ho una profonda stima di lui, è una persona iper-corretta ed oggi è difficile trovarne. Con lui ho parlato tanto, e siamo riusciti a creare una bella compatibilità nella formazione della rosa. La vita tra i numeri, come si concilia con la pallavolo? “In maniera strana: è bello giocare con gente giovane perchè poi la ritrovi a scuola.Le conosci in palestra e sai come meglio prenderle tra i banchi, impari a condividere tante cose. Più complesso è il contrario: in precedenza non amavo dire alle mie alunne che giocavo a pallavolo, ora invece sto cambiando idea; se vedono che oltre allo studio c’è anche una persona, che riesce a fare sport, possono convincersi che ciò sia possibile anche per loro”. Ha intrapreso una bella carriera che ti ha portato anche in A2. “Diciamo che sono arrivata anche tardi in A2.Avevo avuto questa possibilità diverse volte,mal’ho sempre evitata per lo studio. Solo quando mi mancavano 2 esami alla laurea allora ho deciso che era il momento giusto. Rimpianti? No, perchè sapevo che non melo sarei potuta permettere (i tanti allenamenti, un’organizzazione diversa…): certo, avrei preso un’altra piega pallavolistica… ma non mi sarei laureata”.