RODRIGUEZ SCAPPA Lo specialista Ad Assisi piazza l’allungo e batte Huzarski e Visconti nel finale Assisi (Perugia) TRE GIORNI dopo il compleanno, Joaquin Rodriguez si fa il regalo: sceglie l’incanto di Assisi per indossare la maglia rosa. Nel Giro delle prime volte, va registrata anche questa: a 33 anni, il popolare ‘Purito’ è anche il primo dei pretendenti all’albo d’oro a issarsi in cima alla classifica. Ma anche nella terra di San Francesco la corsa continua ad essere poverella: della tanto strombazzata battaglia, puntualmente annunciata anche stavolta, c’è traccia solo nell’ultimo chilometro. Inutile prendersela con gli interpreti: qui è il copione che continua ad esser sopravvalutato.SPECIALISTA mondiale dei finali in apnea, Rodriguez fa quel che da lui ci si attendeva già a Rocca di Cambio, altro strappetto presentato come una montagna: quando la fatica annebbia gli altri, lui si illumina. Sui sassi del centro storico ripete lo schema che un mese fa gli ha consegnato la Freccia Vallone: stavolta il premio è doppio, tappa e maglia. «Sono sorpreso di questo mio Giro che fin qui è stato perfetto. Gli avversari? Scarponi è un passo avanti, Basso per testa e squadra è una sicurezza. Io non conosco le salite, non ho avuto tempo di andare a guardarle: mi ricordo solo quelle che ho fatto in passato. Qui mi è stato utile Cassani, che ha detto al mio ds che era meglio aspettare l’ultimo strappo per fare la differenza», racconta lo spagnolo, che il massimo in carriera l’ha toccato un anno fa, sfiorando la Vuelta.GRAZIE al suo privatissimo Tom Tom televisivo e ai consigli dell’amicone Piepoli, ciclista spedito anticipatamente in pensione dal doping, Rodriguez si ritrova in cima a un Giro che Ivan Basso comincerà più avanti. «Sabato, a Cervinia, sarà un arrivo adatto a me», è l’appuntamento fissato dal varesino, ancora bravo a fare catenaccio col sorriso su un terreno non proprio adatto a lui. Con l’ingresso in scena del principale attore, che fin qui non ha sbagliato una mossa, sarà una corsa diversa: in fondo Basso non è qui per partecipare, ma solo per ingrassare l’albo d’oro.Da una tappa spettacolare per scenografia e affetto popolare, aperta dall’uscita di scena di Pozzato che nel capitombolo di Frosinone si è rotto un polso, il Giro spreme poco di più di un nuovo leader: nella lunga volata fra le stradine antiche, Scarponi e Kreuziger confermano di avere il motore già rodato, Pozzovivo di stare così bene da fare cose per lui impensabili, mentre Cunego e Schleck sono gli unici a buttar via una manciata di secondi. Roba tutt’al più da Processo, non da processi.
dall’inviato Angelo Costa
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