Bastia

Lo scoppio gli costò anche l’occhio

IL PRECEDENTE AD ASSISI RIMASERO FERITI ALTRI TRE GIOVANISSIMIERA UN TRANQUILLO sabato pomeriggio di novembre, nel 2009. Si trasformò in un inferno per tre giovani che si erano anch’essi avventurati nel confezionamento di un ordigno rudimentale con la polvere da sparo estratta da comuni botti. Gravi le ferite e le mutilazioni riportate per la tremenda deflagrazione: un operaio diciottenne di Bastia, F.M., perse la mano destra e un occhio; una ragazza diciassettenne di Bosco, V.G. rimase ferita al seno; un altro bastiolo diciottenne, D.A., riportò la perforazione dei timpani e ferite alle mani.
IL DRAMMA AVVENNE intorno alle 18, in uno spazio attrezzato per i pic-nic fra la strada incatramata e il percorso verde che segna il confine fra Assisi e Bastia e che costeggia il fiume Tescio, a pochi metri dalle prime case di Santa Maria degli Angeli e dal canile di Ponte Rosso; luogo frequentato di giorno, appartato con il calare buio. Secondo quanto ricostruito il terzetto avevano riempito un cilindro di alluminio con la polvere contenuta in due scatole di ‘magnum’, botti in libera vendita e di facile reperibilità; l’idea era quella di fare un ‘megabotto’.
AL MOMENTO della chiusura lo scoppio: ad innescarlo, molto probabilmente, lo sfregamento per comprimere l’esplosivo o per chiudere con il tappo il cilindro. Devastanti gli effetti. «Ero nella mia abitazione quando ho sentito un gran botto, temevo fosse scoppiato il bombolone del gas di casa», raccontò una donna residente a qualche decina di metri dal luogo dell’incidente e che fu fra i primi ad accorrere, seguendo le invocazioni di aiuto che venivano dal buio, trovandosi di fronte i giovani feriti.
IMMEDIATO l’allarme, l’intervento delle ambulanze del 118 con il trasporto dei tre giovani prima all’ospedale di Assisi poi al Santa Maria della Misericordia di Perugia; l’arrivo poi dei carabinieri del comando compagnia di Assisi e dei vigili del fuoco del distaccamento assisano, la ricerca, alla luce delle fotoelettriche, di utili elementi per comprendere l’accaduto, ma anche dei poveri resti dilaniati (in particolare la mano, risultata però spappolata) volati via a decine di metri di distanza, sull’erba e sugli alberi.
Maurizio Baglioni

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