Bastia Umbra Si tentano varie strade anche per il rilancio del centro fieristico
Ci sono difficoltà nel sistema industriale e anche commerciale
Alberta Gattucci
BASTIA UMBRA – Larga parte del Pil, prodotto interno lordo, regionale è frutto del comprensorio che fa capo al Comune di Bastia Umbra. Industrie, commercio, edilizia e allevamenti sono da sempre le risorse che hanno fatto di questa zona il fiore all’occhiello dell’Umbria. Attualmente la situazione non si presenta più tanto ottimale, non tanto per volontà delle imprese, ma quanto per la situazione generale che presenta in verità anche connotati tipicamente bastioli. Le aziende insomma ci sono, a partire dalle piccole, fino a arrivare alle medio-grandi, ma sono un po’ lasciate a se stesse nel percorso di crescita, seminando in alcuni casi uno stato di scoraggiamento che di certo non giova. L’amministrazione comunale si è impegnata nel disegno della zona industriale, che, grazie alla collaborazione delle imprese riunite in consorzio, a oggi si presenta come un modello. L’area ha illuminazione, parcheggi, marciapiedi e servizi di videosorveglianza in arrivo; ma anche la raccolta rifiuti e all’avanguardia, essendo effettuata porta a porta e mirata al differenziato. Cio nonostante il settore secondario risente della mancanza di una strategia di crescita generale del territorio comunale, condizione che limita i benefici di un caso isolato di ammodernamento. Tanto per fare un esempio, basta paragonare la nuova zona industriale a quella vecchia, dove addirittura non sono stati ancora assegnati i numeri civici. Per il resto le industrie di Bastia Umbra rispecchiano abbastanza l’andamento economico nazionale: le piccole imprese sopravvivono, le medie sono in bilico tra fusioni di brand, licenziamenti e appalti, le grandi spiccano il volo verso il panorama internazionale. L’India si conferma la meta favorita per gli impianti da creare ex novo. Più critica la situazione del commercio, risorsa che storicamente ha reso Bastia Umbra luogo di attrazione per i consumatori di tutta la regione. Il progetto “Bastia città mercato” si e arenato, le attività soffrono per le contrazioni di consumo, il commercio di vicinato sopravvive. Tutto dipende dalle scelte che verranno fatte in ambito di sviluppo economico. La decisione di ospitare il centro Leroy Merlin, che risiederà presso la frazione di Ospedalicchio, come anche gli insediamenti annunciati della Coop, continua a dividere le associazioni di categoria. Se da un lato si pensa che i grandi centri commerciali rivitalizzeranno le piccole attività, dall’altro c’e chi prevede una guerra all’ultimo ribasso impossibile da vincere. Anche in questo caso la differenza la potrebbe fare un piano comunale che tarda a essere chiarito, anche dal punto di vista delle superfici commerciali. Gli stessi negozianti hanno congelato i propri progetti, in attesa di capire come muoversi per non investire a vuoto.
Edilizia. A oggi si confermano 300 appartamenti sfitti nel territorio di Bastia Umbra. Di certo un concorso di responsabilità lo ha l’amministrazione comunale cui spetta il compito di concedere le concessioni edilizie, ma allo stesso tempo entra in gioco l’abilità di alcuni costruttori nel superare il numero delle abitazioni previste per condominio. Sta di fatto che, anche a fronte del fortissimo flusso migratorio che ha visto arrivare a Bastia Umbra almeno 700 extracomunitari, il mercato immobiliare e al momento fermo. Per completare il quadro delle risorse economiche che da sempre fanno la ricchezza di Bastia Umbra, si prendano in considerazione gli allevamenti suinicoli, da molti identificati con quel prodotto unico al mondo che è la porchetta prodotta nella frazione di Costano. Dalle stalle provengono milioni di euro che tuttavia non arricchiscono tutta la popolazione; motivo per cui si sta verificando una vera e propria rivolta da parte dei cittadini per ottenere lo spostamento degli allevamenti, se non addirittura la chiusura delle aziende di settore. Complessa la posizione dell’amministrazione comunale in questo caso, specie di fronte l’opposizione degli allevatori che ritengono non congrue le contropartite offerte a fronte della papabile cessata attività. In questo quadro, l’unico settore, comunque in crisi, ma che si adopera per trovare soluzioni in modo autonomo e l’artigianato. Sempre più la categoria in questione si riunisce in modo compatto a un tavolo che studia le tappe graduali di un percorso che, dal territorio, si proietta verso l’esportazione del made in Umbria nel mondo. Obiettivo primario dell’operazione si conferma il Giappone, ma anche i nuovi facoltosi dell’est sono tenuti sott’occhio. E il settore terziario legato al Centro fieristico regionale Maschiella? Anche questo in attesa dei benefici che seguiranno il restilyng strutturale in corso.
In 5 anni il fatturato è raddoppiato
Il marchio Isa seduce il mondo
BASTIA UMBRA (a.g.)- “Complicato capire l’azienda da fuori” spiega Carlo Giulietti, presidente Isa. E non ha tutti i torti; in un clima di stagflazione crescente, con un polverone mediatico che incalza su licenziamenti e cassa integrazione e tra piccole e medie imprese umbre che rischiano di dover cedere il blocco dei pacchetti azionari alle majors, l’opinione pubblica a volte rischia di fare di ogni erba un fascio. Eppure la Isa e lì, anche fisicamente, presente con i suoi stabilimenti a Bastia Umbra, con le sue centinaia di dipendenti e i suoi prodotti d’eccellenza sparsi ad hoc in tutto il mondo. Si, perché, nonostante l’acquisizione del brand mantovano Tasselli, uno stabilimento in Brasile, un progetto in crescita da sviluppare in India, e filiali presenti in Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti d’America, l’azienda di origine bastiola non perde di vista l’importante contatto con il suo humus naturale, che, anzi, verrà presto rinvigorito tramite un’importante operazione di marketing. “Stiamo lavorando alla prossima inaugurazione di uno show room, tra i più grandi al mondo, che rappresenti la gamma prodotti completata fino a oggi e contemporaneamente di un museo che racchiuda la storia della nostra azienda” anticipa il presidente Giulietti “risultati raggiunti grazie a ricerche di settore operate da un team di circa trentacinque professionisti, tra ingegneri e designers, nonché a frutti di rapporti con illustri nomi dell’ architettura internazionale”. Uno strumento in più del quale la Isa si avvale per veicolare le qualità tecniche dei prodotti aziendali e proprio questo: arricchire il momento promozionale di cultura e arte. E’ da questo piano di comunicazione che nascono le collaborazioni con Giorgetto Giugiaro, leader nel mondo per l’architettura industriale e con Gae Aulenti per la progettazione di “Mediterraneo”; ma ancora con Carlo Colombo, Simone Micheli, Antonio Citterio, Claudio Silvestrin e Isao Hosoe. Un progetto che colloca l’azienda su un piano internazionale, ma che non sottovaluta operazioni di marketing territoriali; come quella che ha visto inaugurare un nuovo e fiammante bar made in Isa presso la stazione del minimetrò di Perugia. “La nostra azienda offre una vasta gamma di soluzioni relative al freddo commerciale e, nello specifico, crea sinergia tra conservazione, esposizione e arredamento” sintetizza il presidente Giulietti “partendo da questa base, la Isa tenta quotidianamente di migliorare la propria qualità, orientando la sua ricerca tecnica verso le nuove sfide del settore. A questo proposito possiamo parlare di riduzione dei consumi energetici, ergonomia e ecologia, obbiettivi principi per il futuro aziendale, che, a oggi, hanno già visto il raggiungimento di tappe intermedie interessanti, come i prodotti già presenti alle olimpiadi di Pechino”. Si torna, quindi, ancora una volta a parlare di internazionalità, perché la Isa vanta collaborazioni davvero invidiabili. “Non vogliamo essere dei semplici fornitori, ma vostri partner” recita uno slogan aziendale che evidentemente ha avuto successo. L’azienda conta infatti collaborazioni con Autogrill, Coca-Cola, Algida, Sammontana, Illy, Nestlé; solo per citarne alcune. La Isa in cifre? Sei stabilimenti per un totale di 120.000 metri quadrati, 4.500 metri quadrati di show room, 5.000 metri quadrati destinati al centro ricerca e sviluppo, 1.150 dipendenti, più di 97.000 pezzi prodotti in un anno, 155 milioni di euro di fatturato con una crescita di oltre il 100% negli ultimi Cinque anni e un buon 70% di produzione destinata all’export verso oltre ottanta paesi.
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