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Piccola e media impresa sono la spina dorsale produttiva, tira il mattone


Il sistema tiene bene. Ma il tessile è nel tunnel


BASTIA UMBRA – La crisi morde anche questa fetta d’Umbria che sembra un po’ il nord est: piccole e media impresa a farla da padrone, una struttura forte sul commercio e il terziario di contorno. La crisi morde, ma il sistema tiene. Ne è convinto Francesco Lombardi, sindaco da un anno, una lunga esperienza in Cna e quindi capace di cogliere meglio di altri i segnali dell’economia.
“Nonostante la difficile situazione generale e le difficoltà conseguenti alla chiusura di importanti realtà produttive che erano presenti a Bastia Umbra- spiega nella sua analisi – nel complesso l’economia di questo territorio sta tenendo. Ciò è dovuto in prima istanza alla capacità di gestire la complessità degli attuali mercati da parte degli imprenditori locali, che hanno saputo introdurre nella gestione della produzione e nelle strategie commerciali elementi di innovazione, sorretti da intraprendenza e coraggio imprenditoriale”. Secondo Lombardi a Bastia Umbra c’è ancora un settore primario, quello delle costruzioni, che ha una sua vitalità, che sta consentendo di riassorbire e far vivere molte professionalità specialistiche, nel campo del restauro, dell’impiantistica, della sicurezza, della progettazione. “Tutto questo – sottolinea Lombardi – è favorito anche da una pubblica amministrazione attenta e sensibile alle dinamiche del tessuto produttivo ed economico in generale, costantemente impegnata a predisporre strumenti che sappiano dare risposte adeguate, nei tempi che le imprese oggi richiedono. Ciò non può sottacere, tuttavia, le preoccupazioni, che divengono ogni giorno più forti, sul versante pubblico come su quello privato, per l’assenza di incisive politiche industriali che consentano ai territori, soprattutto quelli più sviluppati come il nostro, di assumere iniziative per favorire la crescita e l’aggregazione delle imprese per filiere di prodotto. E’ forte, infatti, la pressione, soprattutto da parte delle piccole e mede imprese, ad aggregarsi per affrontare i mercati internazionali, puntando sulla qualità delle loro produzioni, correlate alla qualità del territorio in cui queste vengono ideate e realizzate. L’amministrazione comunale è impegnata a cogliere ogni opportunità per farne strumenti di stimolo al sistema produttivo e di promozione del territorio e dei suoi prodotti. Così come- chiude Lombardi – iniziative quali quelle intraprese con personaggi del mondo professionale, dell’associazionismo economico, su temi importanti quale quello dell’approvvigionamento energetico, del credito, della programmazione territoriale, sono occasioni stiamo cercando di creare per consentire alle imprese del territorio di aumentare la propria competitività”.
Più attenzione da parte delle istituzioni alle imprese la chiede Paola Mela, presidente della Confartigianato e vice presidente provinciale del Tac, tessile, abbigliamento e calzature. “E’ arrivato il momento – dice con piglio battagliero – di reinventarsi il modo di fare impresa. Tanti figli di imprenditori cambiano strada, trovano il mercato difficile e si arrendono. Le istituzioni devono aiutare la piccola e media impresa a crescere a giocare con serenità le sfide che ci sono davanti. Nel corso degli anni c’è stata troppa attenzione alla grande impresa. Qui invece, piccole e medie imprese sono la spina dorsale del comparto produttivo. Per farle crescere c’è bisogno di innovazione, ma non solo dal punto di vista tecnologico. E’ necessaria una nuova struttura mentale, un approccio diverso”.
Uno dei settori che nel comprensorio ha sta vivendo momenti difficili, è quello del tessile. La crisi prima e la chiusura poi della Hemmond ha aperto lacerazioni pesanti sull’indotto. Ancora Paola Mela: “Serve costruire un percorso innovativo dello stile. Per anni sono stati costruiti capannoni e riempiti di macchinari. Con il risultato che il costo del lavoro è esploso in un territorio dove quasi tutti sono terzisti”. L’innovazione dei cervelli significa, allora, pensare un modo diverso per arrivare sul mercato. Cina o non Cina.
L.Ben.  
    
 
 
 Deltafina ed ex mattatoio


Aree dismesse e Prg: così nasce la nuova città


BASTIA UMBRA – Tutti a dire che l’urbanistica sarebbe stato il nodo caldo della legislatura iniziata un anno fa. E se il nodo è stato rovente in campagna elettorale, adesso i passaggi chiave della città del futuro sono sul tappeto. Due snodi (senza dimenticare il riassetto della mobilità con l’eliminazione dei sottopassi) disegneranno, anche da un punto di vista economico, la nuova Bastia Umbra: il recupero delle aree dismesse e le linee guida di revisione del piano regolatore.
Sul fronte della area dismesse nel cuore della città, la partita più grossa è quella della ex Deltafina e dell’ex mattatoio. Interventi ai quali proprio in questi giorni (ma i tempi saranno per forza di cose più lunghi) si è aggiunta quella delle Officine Franchi che strasferiranno lo stabilimento nella zona industriale di Ospedalicchio. Il recupero dei quei contenitori diventa strategico per la nuova Bastia. E, per esempio, la partita della Deltafina si gioca anche sul fronte dei servizi visto che l’intenzione è di realizzare (di concerto con la Asl) il palazzo della salute in modo da raccordare in un solo luogo tutti i servizi territoriali. Più avanti, al momento, il recupero dell’ex mattatoio dove sta lavorando al piano di recupero il professor Adolfo Natalini, docente universitario e urbanista di fama internazionale. Al posto dell’ex Mattatoio sorgerà un centro commerciale polifunzionale con uno spazio riservato ai servizi e ci sarà spazio anche per un parcheggio pluripiano in piazza che sarà realizzato, molto probabilmente, con un project financing con l’intervento di capitali privati.
I punti prioritari delle linee di revisone del Prg, invece, sono la polifunzionalità delle diverse aree (mix funzioni); la viabilità (mobilità); la gestione dello sviluppo e la tutela del territorio, dal centro, all’immediata periferia, alle frazioni, attraverso azioni di recupero, ristrutturazione e riorganizzazione (Piano di risanamento acustico, Zone 30, Parametri prestazionali per nuovi insediamenti produttivi); rendere la città accessibile, da “luogo di residenza” a “Sistema Ospitale” e porre un limite alla crescita abitativa.



Caccia ai fondi della Ue per le reti e la sfida globale


Zone industriali: patto con Assisi


BASTIA UMBRA – Non più soltanto capannoni. Adesso l’area industriale. cerca di fare un passo in avanti e di puntare alla qualificazione. Con una particolarità: è nato un asse con il Comune di Assisi per andare a caccia dei finanziamenti utili a costruire servizi (illuminazione, fognature e strade), ma anche reti tecnologiche in grado di far competere le imprese nell’era della globalizzazione. Così, la caccia ai fondi comunitari che passa per la Regione dell’Umbria, servirà anche per il cablaggio dei lotti. Sono quattro le zone di intervento prescelte (due a sud della Centrale Umbra e due a Ospedalicchio) per un totale di quasi tre milioni di euro di finanziamenti con una compartecipazione dei due Comuni visto che la quota massima finanziabile è pari al 79% dell’investimento base previsto.



Tra vendite a tasso zero e imprese in crisi di liquidità


Commercio, due ricette per il rilancio. Così si dividono Ascom e Confesercenti


BASTIA UMBRA – E’ il commercio uno dei pilastri portanti dell’economia cittadina. Le aziende sono arrivate anche da fuori città, con tante insegne storiche di centri umbri che hanno scelto la piazza del piccolo “nord est” per andare a caccia d’affari. I dati dell’ottavo censimento su industria e servizi realizzato dall’Istat raccontano che sono 1675 gli addetti del comparto con una crescita percentuale del 19,2 nel decennio 1991-2001. Le imprese censite, nel comparto commerciale, sono 631. Ma anche il fiore all’occhiello della città mercato inizia ad avere petali che hanno bisogno di acqua. La crisi che stringe l’Italia è arrivata anche qui.
“In effetti- spiega Antonio Serlupini, presidente di Confesercenti- notiamo che gli associati ricorrono sempre di più al credito di funzionamento. Segno evidente che c’è una crisi di liquidità. Dati che vengono confermati, per esempio nel settore degli elettromedistici. I primi mesi del 2005 ci dicono che il settore del bianco (lavatrici, frigo) è in calo anche del 20%, mentre nel “bruno” (tv, computer, tv al plasma) c’è una crescita del fatturato ma un calo del margine legato alla vendita a tasso zero. Una buona boccata d’ossigeno al comparto la potrà dare il recupero delle are dismesse e soprattutto c’è bisogno del traino d un polo importante legato agli alimentari”.
Dal ponte di comando della Confcommercio, in vece, Marco Caccinelli, guarda con diffidenza i recupero di ex mattatoio ed ex Deltafina. “Non credo che di fronte ad una cubatura in crescita per il comparto, la città abbia la potenzialità per assorbirlo. Piuttosto bisogna lavorare per stimolare il rinnovamento delle imprese e puntare sul turismo commerciale”.
 
 
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