Caro direttore,
eccomi. Ieri Lei dalle pagine di Libero mi ha chiesto due spiegazioni e mi ha dato un consiglio. Cominciamo dal consiglio che era il seguente: «La sollecito a darci prova della sua trasparenza e affidare i milioni del finanziamento ad un collegio di ragionieri eletti nel suo partito». Mi pare proprio un buon consiglio, la ringrazio e mi attivo immediatamente. Ho oggi stesso disposto la modifica dello Statuto che ora prevede che tutte le finanze del partito e tutti i contributi elettorali (sia futuri che pregressi beninteso) siano gestiti non più dai soci originari che hanno dato vita al partito ma dall’intero Ufficio di Presidenza dell’Italia dei Valori che è composto da 7 persone, individuate non nominativamente ma – pro tempore – per il loro ruolo, la loro funzione e la loro elezione: il Presidente del partito, il Capogruppo alla Camera, il Capogruppo al Senato, il Portavoce nazionale del partito, il Tesoriere, un rappresentante degli eletti nelle Regioni (da loro nominato) ed un esperto contabile nominato dall’Ufficio di Presidenza stessa (su proposta dell’Esecutivo nazionale di Idv che è il massimo organo assembleare del partito). Provi a visionare gli Statuti degli altri partiti e vedrà che tutti hanno adottato – specie all’inizio della propria attività – misure di cautela per evitare l’assalto alla diligenza (come peraltro “Libero” ne ha dato atto proprio ieri, informandoci delle beghe interne fra Margherita e Ds per la suddivisione dei rispettivi fondi e beni). Ho già preso appuntamento per domani da un notaio di Bergamo (che conosce pure Lei) per la relativa stesura notarile. Appena sottoscritto Le invierò in anteprima copia del nuovo Statuto di Idv: se ha qualche ulteriore consiglio da darci le sarei davvero grato e provvederò di conseguenza.
Le due domande
E veniamo, caro direttore, alle due domande che mi ha posto e che possono essere così riassunte: come sono stati gestiti i contributi ricevuti finora da Italia dei Valori e come “è la storia dei 10 appartamenti” che avrei acquistato. Rispondo subito, inviandole a parte la relativa documentazione per le verifiche che riterrà opportune effettuare.
Idv non riceve finanziamenti da imprenditori o sponsor che sia (da noi non troverà i Romeo di turno). Riceviamo invece – come tutti gli altri partiti che hanno rappresentanza parlamentare – i finanziamenti pubblici previsti dalla legge. Sono tanti. Per noi e per gli altri (ed infatti nella scorsa finanziaria abbiamo chiesto inutilmente al Parlamento di dirottarli a favore degli ammortizzatori sociali). Essi vengono introitati da Idv tutti ed esclusivamente sui 2 conti correnti della tesoreria dell’Italia dei Valori (che sono il c/c n.ro 10633 aperto presso la Banca S.Paolo di Napoli – ag. 1 Montecitorio ed il c/c n.ro 29695 presso il Credito Bergamasco di Bergamo) e da questa utilizzati solo ed esclusivamente per esigenze del partito e della sua azione politica (come, da ultimo è avvenuto per la raccolta delle firme per promuovere il referendum contro il Lodo Alfano). Inoltre riceviamo le quote di partecipazione dai nostri iscritti, dai nostri parlamentari e dai nostri eletti e amministratori. Infine riceviamo gli interessi attivi del denaro che rimane parcheggiato in banca fino al suo utilizzo. Più in concreto finora abbiamo incassato – dal giorno in cui ci siamo presentati alle elezioni la prima volta nel 2001 e fino a tutto il 2007 – contributi pubblici per 19.908.596 euro (come da distinta allegata alla presente), a cui si devono aggiungere ulteriori 761.909,00 euro a titolo di interessi attivi e per contributi dagli aderenti ed eletti del partito. Di converso, abbiamo speso a tutto il 2007 Euro 16.233.853 (come da copia dei bilanci che pure allego alla presente). Il nostro partito, quindi, non solo non ha debiti ma è in attivo di euro 4.436.652, somma che trovasi depositata presso le due banche predette, sempre, solo ed esclusivamente su conti di Idv, come può rilevarsi dai relativi estratti conto.
Per l’anno 2008 appena trascorso, la stesura del bilancio è in corso (per noi come per qualsiasi altro partito o ente o azienda) e verrà pure esso reso pubblico nelle forme e nei tempi previsti dalla legge. Come noto, infatti, tutti i bilanci del partiti devono essere regolarmente pubblicati in giornali a tiratura nazionali. Quelli di Idv, peraltro, sono sempre stati (e lo sono ancora) visionabili alla voce “Bilanci e Finanze” sul sito del partito italiadeivalori.it. Comunque – e ad ogni buon conto – glie ne invio copia (specificandole fin d’ora che quest’anno chiederò di pubblicare proprio su Libero il bilancio 2008, come previsto per legge, se Lei me lo permetterà).
Specifico che i bilanci annuali dell’Italia dei Valori sono sempre stati tutti regolarmente approvati dall’Organo di controllo del Parlamento, come rilevasi esemplificativamente dalle attestazioni del Presidente della Camera dei Deputati per gli anni 2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007 che le invio a parte.
Specifico anche che la Corte dei Conti – a cui spetta per legge approvare i Conti consuntivi delle spese elettorali dei partiti – nel referto trasmesso al Presidente della Camera sui consuntivi presentati dalle formazioni politiche ha finora sempre approvato i rendiconti presentati dall’Italia dei Valori.
E veniamo alla “storia dei 10 appartamenti” (che poi non sono dieci, perché se ne vendi uno per comprarne un altro con i soldi del primo, non ne hai due ma sempre uno). È vero che qualcuno negli anni passati ha alluso ad un utilizzo indebito da parte mia dei rimborsi elettorali, ma – come potrà prendere atto leggendo il decreto del Gip di Roma n.4620/07 del 14.03.2008 che le invio integralmente – non solo è stata disposta nei miei confronti – su conforme richiesta del pm – l’archiviazione perché il fatto non sussiste ma addirittura sono stati rimessi gli atti alla Procura per la valutazione circa il reato di calunnia nei confronti del denunciante.
Tutti gli immobili
Ma, potrebbe obiettare lei e giustamente: d’accordo, la gestione della tesoreria di Italia dei Valori sarà pure corretta ma i soldi per gli appartamenti dove li hai presi? Ecco, allora, l’elenco delle mie proprietà, il loro valore di acquisto e la provenienza dei relativi fondi.
A Montenero di Bisaccia sono proprietario di una azienda agricola (lasciatami in eredità da mio padre e mia madre) con circa 15 ettari di terreno e casa colonica annessa (che ho ben ristrutturato a mie spese, con i fondi (e le pietre) provenienti proprio dall’azienda: produco in proprio, infatti dalla morte di mio padre (1987) soprattutto, olio e grano (quest’anno oltre 400 quintali);
A Curno, in provincia di Bergamo ho una villetta a schiera in via Lungobrembo 62, acquistata alla fine degli anni ’80 e quindi per definizione con soldi non del partito (che, come noto è stato fondato nel 2000 ed a cui i primi contributi sono cominciati ad affluire nell’autunno del 2001). Sempre a Curno, in via Lungobrembo 64 (contigua alla precedente) vi è una vecchia casa con giardino, di proprietà di mia moglie che l’ha comprata nel 1985 per 38 milioni di vecchie lire e che è stata dalla stessa (e con il mio contributo, anche manuale) ristrutturata nel 1986 (e quindi in epoca anch’essa non sospetta). È il luogo dove siamo andati a vivere dopo sposati.
A Bruxelless sono comproprietario di un piccolo appartamento in via Scarabee 3, acquistato nel 1999 per 204 milioni di vecchie lire (di cui la metà con prestito bancario della Bbl di Bruxelless, sede del Parlamento europeo) quand’ero parlamentare europeo (ed a tal fine). Anche questo immobile è stato acquistato in epoca precedente alla costituzione di Idv.
A Bergamo sono proprietario di un appartamento in via Locatelli, da me acquistato, a seguito di gara pubblica, ad un’asta indetta dalla Scip per conto dell’Inail in data 10 novembre 2004 (rogito 16.03.2006) per euro 261.661,00 oltre spese e tasse. Non sono invece proprietario di alcun altro immobile in tale città, come invece pure era stato scritto. Vi sono invero lo studio e la casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l’avvocato da una vita e fa parte di una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).
La società Antocri
A Milano ho comprato nel 2004 (tramite la società Antocri) un appartamento in via F. Casati 1/a, per euro 614.500,00, di cui 300.000,00 con mutuo Bnl ed il resto con parte dei fondi provenienti dalla vendita di due appartamenti di mia proprietà che avevo a Busto Arsizio (acquistati nel 1999 – e quindi sempre in epoca antecedente alla costituzione di Idv – per lire 845.166.00 lire e rivenduti nel 2004 per 655.533,46 euro). Gli atti notarili sono a sua disposizione. Quanto alla provenienza dei fondi per acquistare gli appartamenti di Busto Arsizio, non me ne voglia ma lei dovrebbe ricordarla bene essendo stata una delle persone che vi hanno in qualche modo contribuito (ricorda i 400 milioni di lire che l’editore de “Il Giornale” (ove egli faceva all’epoca il direttore responsabile) mi versò, a titolo di risarcimento danni con assegno circolare? All’epoca peraltro furono in molti a versarmi denaro per risarcirmi dei danni provenienti da articoli di giornali ritenuti diffamatori dai giudici o comunque, in via di transazione bonaria).
L’altra parte dei soldi provenienti dalla predetta compravendita li ho usati per acquistare (tramite la società Antocri) a Roma nel 2005 un appartamento in via Principe Eugenio per euro 1.045.000,00 (il resto della provvista è stato reperito da un mutuo bancario Bnl di 400.000,00 euro e dai miei risparmi di cui in appresso). Tale immobile è stato rivenduto nel 2007 a 1.115.000,00 e con la relativa provvista, una volta estinto il mutuo, ho comprato l’anno scorso una casa ai miei due figli più piccoli a Milano, in zona Bovisa, per studiare. Ho anche aiutato mio figlio maggiore, con donazioni in denaro (per un totale di circa 80 mila euro) in parte quando si è sposato ed in parte quando sono nati i suoi tre figli trigemini. Soldi che egli, coscienziosamente ha utilizzato per pagare l’anticipo di una casa a Curno quando abitava lì e che poi ha rivenduto ricomprandosi – a minor prezzo – casa a Montenero, quando si è trasferito al paese natio.
Sempre a Roma, sono attualmente proprietario dell’appartamento di via Merulana, ove abito quando mi reco lì per ragioni legate al mio lavoro di parlamentare. L’ho comprata, nel 2001 – e quindi ancora una volta prima dei rimborsi elettorali confluiti in questi anni al partito – per 800 milioni di vecchie lire (di cui, come al solito, parte in mutuo).
Queste sono – o sono state – le mie proprietà. Mi si dirà: d’accordo hai fatto delle compravendite ed hai stipulato dei mutui, ma per il resto dove hai preso i soldi? Ebbene, i miei redditi – pubblici e che possono essere consultati presso il sito della Camera dei Deputati e del Senato – ammontano dal 1996 ad oggi ad oltre 1.000.000,00 di euro (al netto delle tasse), come da tabella riepilogativa che le invio a parte. A tutto ciò devono aggiungersi ulteriori rinvenienze attive, tra cui una donazione mobiliare per circa 300 milioni di vecchie lire ricevuta nel 1996 dalla contessa Borletti (i fatti sono notori in quanto hanno riguardato come beneficiari anche altri personaggi pubblici) e – come detto – plurimi risarcimenti danni ricevuti (da me e dai miei familiari) per circa 700.000,00 euro negli anni in relazione alle varie diffamazioni subite nel tempo nonché i frutti dell’azienda agricola e dei relativi cespiti immobiliari lasciatimi in eredità dai miei genitori dopo la loro morte.
La formichina
Tutto qui. Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse, altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina, come mi hanno insegnato i miei genitori, risparmiando ed investendo i guadagni in immobili (almeno questi non ti mandano sul lastrico, come è successo per le azioni e speculazioni in borsa!).
Mi scuso per la prolissità e – se necessario – sono ancora e sempre pronto a fornire tutte le risposte che riterrà necessarie. Con Lei, caro direttore lo faccio volentieri per tre ragioni: primo perché sono certo della sua buona fede e del suo sacrosanto diritto di pormi le domande che mi ha posto; secondo perché sono convinto che ogni personaggio pubblico deve rispondere nel merito alla pubblica opinione (ed agli organi di informazioni indipendenti come “Libero”); terzo, perché è cominciato il nuovo anno e voglio avvicinarmi alla terza età nel migliore dei modi.
Buon anno a lei ed ai suoi lettori!
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