Bastia

Le scommesse della politica umbra

Una delle caratteristiche (per alcuni sarebbero virtù, peraltro controverse per altri) della politica è di non cedere alle tentazioni vacanziere.
Cosi’, i suoi tempi e le sue liturgie permangono anche nella canicola di agosto.Anzi, quando c’è meno attenzione pubblica su di essa si manifestano progetti e relazioni prima confessati solo a mezza voce.
L’Umbria non sfugge a questa regola. E qualche novità appare all’orizzonte. Se ormai è chiaro – lo ha annunciato a chiare lettere il segretario regionale del partito socialista Roberto Bertici durante il nuovo esecutivo regionale – che l’esito dei prossimi appuntamenti elettorali non appare più scontato come in passato, la politica del centro sinistra umbro reclama nuova creatività (programmatica e di coalizione), mentre per il centro destra si apre una nuova logica di governo che impone di togliersi gli abiti del solo antagonismo (che però ha avuto un senso), promuovendo invece chiaramente contenuti e classi dirigenti locali. Insomma, per il centro sinistra non valgono più, come in passato, le ambizioni egemoniche, nel centro destra è finita l’età delle divisioni e delle frammentazioni.
Tuttavia, nella logica politica bipolare qualche ritardo o contraddizione permane (e ci mancherebbe !). Il Pd, per esempio, in attesa di partorire il proprio Statuto, rimane al palo dell’iniziativa politica, al di là di quello che intenderebbe rappresentare – o far transitare – Piero Mignini, coordinatore provinciale del Pd perugino. Presto è detto: il Pd, anche dal punto di vista del metodo, non ha ancora sciolto il nodo gordiano delle primarie di coalizione. Dirlo in maniera chiara significa porre il presupposto per la costruzione di un tipo di coalizione più aperto, certamente con meno vincoli e capace di percepire le domande che nascono fuori del perimetro politico dirigistico. E ciò eviterebbe due rischi: il primo rischio è di evitare fratture interne al Pd, ancora in fase di costruzione, o meglio di equilibri tra le componenti ex Ds ed ex Margherita (il caso di Bastia Umbra è lì a dimostrare con la forza delle realtà tale pericolo) con la conseguenza di una spaccatura senza ritorno. A Bastia Umbra si sta consumando, in modo esemplare, la fine di una logica politica. Ex margheritini rutelliani ed ex Ds mostrano tutta la debolezza di un progetto più subìto che partecipato, ma soprattutto scontano una politica che antepone i personalismi alle idee. Per il centro destra, al contrario e di fronte a tale situazione, si aprono autostrade che richiedono capacità di aggregazione e di apertura.
Il secondo rischio che verrebbe evitato con un metodo di dialogo fuori da logiche egemoniche o autosufficienti è quello delle “liste civiche funghi”. Non che le liste civiche siano in sé un fattore negativo. Anzi, mostrano la dinamicità della società civile per la loro trasversalità e per la capacità di suggerire volti nuovi, ma sarebbero un fattore di instabilità – dovuto alla loro natura particolaristica – se si situano su un livello non governativo. Le liste civiche costituite come un terzo polo sarebbero un fallimento, svuotando proprio le istanze e le domande di cui sono portatrici. Il caso di Norcia chiarisce bene il senso di questo processo.
L’Umbria politica è, dunque, di fronte ad una scommessa: ricollocare domande, ceti, soggetti ed interessi dentro una cornice di coalizione articolata ma omogenea per obiettivi di lunga durata. La politica umbra deve rispondere ala variabilità di una società, anch’essa sempre più liquida. Questo l’appassionante progetto che si gioca già in questi giorni di estate.
GIOVANNI CODOVINI

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Exit mobile version