La visita della premier: siglato l’accordo per la coesione e lo sviluppo: 238,2 milioni di euro Meloni: «L’obiettivo è dare a questa terra gli strumenti per essere davvero al centro dell’Italia»
di Roberto Borgioni
Ci sono 238,2 milioni «per rimettere l’Umbria dove deve stare, cioè al centro dell’Italia», come dice la premier Giorgia Meloni. Sono fondi compositi: 149,5 milioni arrivano dalla firma tra Governo e Regione dell’accordo per la coesione e lo sviluppo, avvenuta ieri nel centro espositivo Umbriafiere; 61 provengono dal confinanziamento regionale e altri 27,2 erano stati erogati in anticipo due anni fa. Un tesoro che deve servire a un unico scopo: rilanciare l’Umbria, riportarla a un ruolo di protagonista sulla scena italiana e internazionale, dando lo stop all’isolamento e all’arretratezza infrastrutturale. La premier Meloni è arrivata ieri al Centro fieristico di Bastia Umbra con il ministro Raffaele Fitto proprio per siglare l’Accordo sul Fondo per lo sviluppo e la coesione insieme alla presidente della Regione, Donatella Tesei. Un patto che porta in Umbria risorse destinate a finanziare 36 opere di ampio respiro: infrastrutture, mobilità, innovazione, ambiente, sanità e sociale. L’Umbria è l’undicesima regione italiana a firmare questo tipo di intesa con il Governo. «E sono fiera di questo lavoro – dice Meloni dal palco di Umbriafiere – perché dà le risposte che servono per riequilibrare i territori. Qui abbiamo un obiettivo: rimettere l’Umbria al centro dell’Italia, darle la possibilità di combattere ad armi pari. Firmiamo un accordo che vale quasi 240 milioni, che attirerà investimenti per 280 e che consente di avviare un grande percorso. Perché finanziamo progetti proposti dalle Regioni ma condivisi con il Governo, che fanno parte di una strategia nazionale complessiva». A farle eco la governatrice Tesei: «Per noi è un momento molto importante. Stiamo registrando una significativa crescita del Pil e un’occupazione ai massimi storici. Questi fondi rappresentano ora un decisivo impulso alla crescita, che con il nostro bilancio non avremmo mai potuto dare». Ma dove e come verrà speso questo tesoro? La parte più importante – è scritto nell’accordo – va «al rilancio e al potenziamento dei territori». Cioè al patrimonio culturale (10 milioni), alla riqualificazione degli spazi pubblici, agli impianti con energia sostenibile. Vanno in questo senso i 17 milioni per il polo scientifico e didattico di Pentima a Terni, i 12 per l’ex ospedale di Città di Castello, ancora i 12 per la riqualificazione urbana, i 4 milioni per l’ex teatro Turreno di Perugia, i due per l’area ex Palazzetti di Ponte San Giovanni o i 5 per Umbriafiere. L’altro punto chiave dell’intesa riguarda le infrastrutture, vera palla al piede dell’Umbria senza autostrada, con le ferrovie rimaste a binario unico, con un aeroporto che, ha detto ieri Meloni, «ha le potenzialità per fare ancora di più». Proprio al ’San Francesco’ sono destinati 5,1 milioni, che si aggiungono ai 10 per il rinnovo del materiale rotabile dei treni, ai 9,5 per la bretella Staino-Pentima a Terni, ai 12,9 per la Complanare di Orvieto e ai 3,2 per il progetto BRT (Bus Rapid Transit) di Perugia. Questi i piani, queste le idee. L’Umbria ci conta, perché l’occasione è unica.
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