Da Bastia Umbra a Perugia, fino alle realtà soltanto “sfiorate” dagli investimenti, come Deruta e Torgiano, le amministrazioni locali hanno ricevuto ampie garanzie dalle multinazionali con le quali hanno trattato per mesi: laddove possibile, nelle forniture e nelle attività verranno coinvolte imprese locali.
Dichiarazioni d’intenti, ovviamente, dato che nessuno può mettere nero su bianco che quella lavorazione sarà affidata ad un’impresa del luogo. Certamente, scarso sarò lo spazio dei produttori locali, visto che le multinazionali del low cost commercializzano prodotti che vengono generalmente realizzati in Cina o a Taiwan e che per questo possono essere venduti a prezzi estremamente competitivi.
Così come spesso risultano standardizzate alcune attività, compresa la realizzazione degli spazi espositivi,
praticamente identici in ogni parte del mondo dove compare quello specifico marchio.
L’apertura di un grande centro commerciale richiede però delle lavorazioni che necessariamente devono essere effettuate da imprese locali.
Si pensi all’attività di pulizia, ad alcune manutenzioni ed a servizi che risulterebbe non economico o comunque disagevole trasferire da altre regioni.
Le rassicurazioni che verranno coinvolte, laddove possibile, anche imprese locali, insieme ai livelli occupazionali inseriti nel progetto, sono le carte che hanno indotto gli amministratori locali a lavorare per rendere possibili questi insediamenti. A volte anche intervenendo per modificare, in accordo con la Regione e le altre Istituzioni, i piani commerciali, attraverso specifiche delibere dei consigli comunali.

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