L’inchiesta/4 Interviene il segretario della Cgil, Francesco Bartoli: “La crisi picchia duro, serve una risposta comprensoriale”
Contratti a tempo determinato non rinnovati o ridotti drasticamente da 6 mesi a 20 giorni
L’appello “Subito un accordo sullo sviluppo economico e sociale del territorio”
di MASSIMILIANO CAMILLETTI
BASTIA UMBRA – “Aziende con un migliaio di dipendenti che non prorogano contratti a termine in scadenza o che ne riducono la durata da quattro mesi a venti giorni. Aziende in grandi difficoltà che rinviano temporaneamente la soluzione dei problemi grazie alle commesse legate all’ultimo terremoto in Abruzzo e ad un provvidenziale finanziamento della Gepafin”.
L’analisi, molto dura, sullo stato di salute dell’economia bastiola, è del segretario comprensoriale della Cgil Francesco Bartoli che precisa: “La crisi economica che stiamo vivendo non ha fatto altro che aggravare la situazione esistente, dove, negli ultimi anni, l’impetuosa crescita industriale, commerciale e artigianale prodotta dalle grandi aziende del nostro territorio con marchi propri ha ceduto il passo ad uno sviluppo molto meno solido, assicurato dalle piccole imprese. Il tessile in particolare vive una crisi profonda con moltissimi laboratori che stanno chiudendo, ma anche la meccanica e l’edilizia se la passano male. Pesanti le ricadute sociali: tanto lavoro ha attratto tanta gente da fuori che si è trasferita a Bastia con la famiglia, ora però con la precarizzazione del lavoro, dovuta soprattutto al mancato rinnovo dei contratti a termine, la situazione si sta facendo difficile e va tenuta strettamente sotto controllo. C’è poi una fascia di lavoro grigio e nero che a Bastia è altissima e che con la crisi è stata spazzata via senza la copertura degli ammortizzatori sociali.
In un contesto così drammatico a reggere è solo l’agroalimentare, e non poteva essere altrimenti, visto che la relativa produzione è tesa a soddisfare un bisogno primario come l’alimentazione”.
Che fare dunque di fronte ad un simile scenario?
“Una situazione di questo tipo richiede una risposta unica da parte dei cinque comuni del comprensorio: oltre a Bastia quindi, Bettona, Assisi, Cannara e Valfabbrica. Se dovessero invece continuare a prevalere i campanilismi assisteremo ad un ulteriore arretramento dell’economia. Parliamo di un territorio di circa 60mila abitanti in cui si potrebbero sfruttare al meglio,
ciascuno con le proprie capacità e attitudini, tre grandissime ri sorse: l’aeroporto di sant’Egi dio, il centro fieristico regionale di Bastia e il traino del turismo d Assisi. Non ha senso quindi con tinuare a ragionare di singole zo ne industriali o di un distretto sa nitario a Bastia e un altro a santa Maria degli Angeli. Occorre piuttosto mettersi insieme e riflettere complessivamente sulle risorse a disposizione”.
Questo è l’invito che la Cgil ha rivolto alle cinque amministrazioni comunali del comprensorio.
“Vogliamo – è l’appello del segretario Bartoli – un accordo sullo sviluppo economico e sociale dell’intero comprensorio. E’ un anno però che stiamo trattando senza ottenere impegni concreti. Siamo pronti ad andare allo sciopero generale su tutto il territorio se il nostro progetto, condiviso peraltro anche dalle altre forze sindacali, rimarrà inascoltato dalle pubbliche amministrazioni.
Siamo convinti che, solo così, questo territorio riuscirà a tornare ad essere la locomotiva dello sviluppo dell’Umbria”.