ASSISI NONOSTANTE DATI CHE SEMBRANO SIGNIFICATIVI TORNA IL SILENZIO sulla vicenda dell’ospedale (nella foto) in un momento in cui, per altre strutture analoghe umbre, si fa un gran parlare; inevitabili le preoccupazioni e la volontà di avere risposte certe e, soprattutto, fatti concreti per rafforzare la presenza del nosocomio nel territorio. Forme di mobilitazioni sono allo studio da parte del mondo dell’associazionismo ed economico.
Eppure ci sono dei dati che appaiono significative. Ad esempio quelli delle uscite delle ambulanze del 118 all’interno del territorio dell’Asl, disponibili peraltro su internet. Quelle di Assisi, di fatto, seguono, per numero di interventi, solo le uscite di Perugia (Monteluce e Pontefelcino / Silvestrini / Cri Perugia). Il dato relativo a dicembre 2010 (il più recente disponibile in rete, in assenza di un dato aggregato) vede Assisi (289 uscite alle spalle delle strutture del capoluogo e davanti a realtà molto importanti e considerate come Branca (279), Città di Castello (277), Umbertide (130), Marsciano (111), Castiglion del Lago (106), Todi (85), Passignano (85). Dati incompleti, ma che evidenziano un trend (alla luce anche degli altri mesi) che vede il comprensorio, con le sue peculiarità (numero di abitanti, movimento turistico che muove milioni di persone, presenze industriali, viabilità importante), spesso e volentieri bisognoso di interventi di pronto intervento. E questo nonostante una serie di situazioni che hanno impoverito sul piano dell’immagine e della funzionalità l’ospedale. Basti pensare alla vicenda della nomina del primario di Ostetricia e ginecologia, rimasta lettera morta; così, a forza di richieste, rassicurazioni, incontri, promesse, si è giunti ad un calo del numero dei parti che mette a rischio la vita stessa del ‘punto nascita’ (con professionalità e tradizione consolidatissime), e, a caduta, dell’intero ospedale.
Basterebbe probabilmente poco per dare ad Assisi quanto merita — proprio per le prerogative del territorio — e mettere a disposizione degli abitanti del territorio e, per certi settori, dell’intera regione, servizi adeguati.
Maurizio Baglioni  
 
 

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