BASTIA UMBRA – Quello siglato la scorsa settimana con l’amministrazione di Bastia Umbra è un “buon accordo”. Lo sostengono Cgil, Cisl e Uil territoriali, che invitano a tener conto di quale era il punto di partenza e della pesantezza della manovra fiscale già approvata dal Comune. Una manovra determinata da motivazioni condivisibili (intervenire sui pesanti problemi sociali che affliggono sempre più il territorio visti i tassi di sviluppo e crescita demografica degli ultimi anni), ma che rischiava comunque di essere insostenibile soprattutto per i lavoratori dipendenti e i pensionati, già messi alle corde dai bassissimi livelli di salari e pensioni.
E’ in questo quadro che si inserisce l’accordo stipulato dai sindacati che introduce elementi fortemente innovativi. Prima di  tutto c’è una riduzione del 33% della Tarsu per le abitazioni con un unico occupante, per i pensionati soli o in coppia di età superiore ai 65 anni e per le famiglie con portatori di handicap. Poi, c’è una riduzione per il 2008 dell’aliquota Ici sulla prima abitazione che passa dal 5 al 4,75 per mille. A questo si somma l’impegno a ridurre l’Irpef nel 2009 con la creazione di una fascia di esenzione per i redditi più bassi da lavoro dipendente e pensione. Intanto, già dal 2008, l’accordo prevede la istituzione di un fondo di 15mila euro per la restituzione dell’Irpef comunale ai nuclei familiari di lavoratori dipendenti e pensionati con reddito Isee 2008 inferiore a 10.000 euro. Infine, c’è il raddoppio dei contributi per la raccolta differenziata, che saranno concessi ai cittadini che utilizzano l’isola ecologica.
Oltre a questo, l’accordo stipulato prevede anche una serie di impegni più generali tra i quali: il rafforzamento della concertazione con le parti sociali; il consolidamento della lotta al lavoro nero e irregolare; maggiori risorse e mezzi per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Riteniamo importante la stipula di questo accordo non solo per Bastia – affermano i rappresentanti territoriali di Cgil, Cisl e Uil – in quanto introduce e sperimenta elementi di novità, soprattutto nel campo della diversificazione del prelievo fiscale, legandolo sempre più al reddito effettivo, al fine di evitare quell’assurdo meccanismo per cui spesso gli aiuti pubblici finiscono per favorire gli evasori fiscali e i finti poveri”.


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