Bastia

L’Assessore Tardioli: “allievo poco attento”

L’attivissimo assessore Tardioli, bene farebbe ad imitare il Governo Italiano di Centrodestra quando amministra la nostra città. Riuscirebbe ad evitare sprechi che poi si ripercuotono sulle tasche dei Bastioli e soprattutto eviterebbe di realizzare opere che risolvono solo apparentemente, o hanno poco impatto sul problema della criminalità. A tale scopo di seguito riporto integralmente un articolo uscito sulla “Nazione Umbria” pagina di Spoleto dal quale emergono dubbi sull’uso della videosorveglianza. Tale strumento, non offre garanzie di prevenzione se non ci sono operatori che controllano in diretta le telecamere e che possano mettere in azione gli agenti che controllano il territorio. Vorrei sempre far notare allo stesso assessore, che per i cittadini è fondamentale la prevenzione e non la repressione. Ai fini della sicurezza è essenziale attuare iniziative in grado di prevenire fatti malavitosi, anche se poter condannare i colpevoli ha la sua importanza. Quindi istallare le telecamere affidando la gestione delle registrazioni ad una azienda privata e non in un piano organico che coinvolga i Vigili Urbani e tutte le forze dell’ordine,  risulta essere solo una operazione di propaganda politica o di Marketing elettorale, come affermato dal sig Tardioli. Tali operazioni, saranno giudicate correttamente dagli elettori a primavera. A proposito, dimenticavo, visto che anche l’amministrazione di Spoleto è di Centro-sinistra e che a sollevare il problema  delle telecamere è proprio il comandante dei Vigili Urbani di quella città, mi permetto di suggerire umilmente all’assessore Tardioli di approfondire l’argomento con le forze dell’ordine e, magari, viste le sue affermazioni “Fatti non parole”, di mettere in funzione le telecamere attualmente istallate presso il Comune e i Vigili Urbani  pagate con i soldi dei contribuenti ma che sono spente.


 


Amedeo Susta


Capogruppo in Consiglio Comunale


Forza Italia Bastia Umbra


 


La Nazione Spoleto 02/12/2003


 


 


Sicurezza: Videosorveglianza, la municipale sollecita una  “centrale operativa unica” che consenta di visionare le immagini in tempo reale 24 ore su 24


Telecamere accese ma inutili


di Patrizia Peppoloni


SPOLETO – Delle otto tele­camere previste dal piano ur­bano della sicurezza, sono quattro quelle in funzione. A breve dovrebbero diventare operative anche le altre ma al momento gli occhi elettro­nici sono aperti solo su piaz­za Garibaldi, corso Mazzini, la zona di Torre dell’Olio e il ponte delle Torri. Nell’uffi­cio dei vigili urbani di piaz­za Garibaldi, uno schermo di­viso in quattro fotografa mi­nuto per minuto quanto acca­de nei punti monitorati. AI­meno fino alla mezzanotte, quando l’ufficio della poli­zia municipale chiude: qual­che volta i controlli si pro­traggono anche un po’ oltre, ma non sempre. E se si consi­dera che ladri e vandali predi­ligono il favore delle tene­bre, è evidente che c’è anco­ra molto lavoro da fare per ottimizzare le potenzialità della videosorveglianza. In sostanza le registrazioni vengono effettuate 24 ore su 24 ma dopo una certa ora al mo­mento, non c’è nessuno che visioni le immagini per tutta la notte per cogliere eventua­li “flagranze”. E’ evidente che la cosa migliore in questo senso – sottolinea il co­mandante della polizia muni­cipale Pierluigi Angelini – sarebbe l’attivazione di una centrale unica, in modo da re­alizzare una collaborazione integrata anche con polizia e carabinieri La migliore si­nergia a mio avviso si realiz­zerebbe evitando sovrapposi­zioni. Nel senso che la Muni­cipale dovrebbe mettere a di­sposizione delle forze dell’ordine la sua `banca da­ti’, ovvero quel patrimonio di informazioni che le deriva­no da una capillare presenza e conoscenza del territorio.


Una presenza accentuata con l’introduzione dei vigili di quartiere. Al momento quelli operativi sono cinque: in una parte del centro stori­co, in piazza e corso Garibal­di, in viale Trento e Trieste e due nelle frazioni. I vigili di quartiere agiscono su vari li­velli: l’acquisizione dei dis­servizi lamentati dalla gente, con la conoscenza dei luoghi e degli ambienti familiari, con l’identificazione di colo­ro che frequentano abitual­mente luoghi di ritrovo, dal­le sale giochi al muretto del quartiere, per intenderci. Da tutto questo questo si ricava appunto la banca dati di cui dicevo, da mettere a disposi­zione poi per eventuali inda­gini, che non competono a noi». E per rispondere alla domanda di sicurezza dei cit­tadini il sindaco Massimo Brunini sta pensando ad un “decalogo”, un manualetto con le norme comportamen­tali da sottoporre ai cittadini.


 

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