Bastia

L’assessore Renzini “boccia” la sosta breve

Fa ancora discutere la proposta di Fratelli d’Italia sui parcheggi a pagamento in piazza Mazzini

BASTIA UMBRA “La sostituzionedei parcheggi a pagamento in piazza Mazzini con la sosta breve comporterebbe un aumento delle sanzioni legate al disco orario, colpendo maggiormente i cittadini”. A esserne convinta è l’assessore alla Sicurezza e viabilità Fabrizia Renzini, secondo la quale l’ipotesi di eliminarele strisce blu dalla piazza centrale,avanzata nei giorni scorsi dal movimento di centrodestra Fratelli d’Italia rappresentato da Luca Livieri e Stefano Santoni, comporterebbe un ammanco annuale nelle casse comunali stimato intorno a 40mila euro. Cifra che il Comune dovrebbe comunque reperire ai fini del bilancio comunale, inasprendo per esempio le sanzioni legate all’uso del disco orario (mancata esposizione e sforamento dell’orario indicato).“In questo modo – spiega la Renzini – si andrebbe sì a colpire un minor numero di cittadini rispetto a oggi, i quali però dovrebbero pagare una somma molto maggiore (intorno 40 euro) rispetto ai pochi centesimi oggi ripartiti fra i cittadini che pagano per il tagliando di sosta da esporre sul cruscotto”.Alla luce di queste considerazioni, l’ipotesi non sembra perciò attualmente al vaglio dell’amministrazione. “Oltretutto – aggiunge l’assessore della giunta Ansideri – secondo alcune verifiche effettuate dagli uffici la proposta del movimento Fratelli d’Italia non risulta per ora protocollata in Comune”.Almeno per il momento,quindi, le cose sembrerebbero destinate a rimanere come sono, anche se in molti -commercianti in primis – auspicano un ripensamento del sistema di parcheggi apagamento in piazza Mazzini.A tal proposito, non molto tempo fa dalle file della minoranza era giunta una proposta che chiedeva la riduzione,in termini di costo e minutaggio, della sosta minima, attualmente fissata a 30 minuti al costo di 50 centesimi.Una soglia ritenuta troppo alta soprattutto per quei clienti che, a detta di alcuni
commercianti, preferiscono evitare la “tassa” sul pane, sulle sigarette o sul caffè al bar rifornendosi altrove. La questione, insomma, resta aperta.
Sara Caponi

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