L’ha intitolata “Pensare Bastia Umbra”, perché è stata il frutto di un confronto diretto con i cittadini che, nei due giorni 18 e 19 aprile, hanno avuto l’opportunità di esprimere il loro parere, i loro desideri e sogni in merito alla città.
L’architetto Marco Castelli, insieme al team di professionisti dello studio Foa e dello studio Arco incaricati di redigere il nuovo Piano Regolatore Generale, ha restituito nei giorni scorsi in Giunta la terza fase di Urban Lab.
La relazione consegnata illustra i risultati dei due giorni di workshop, in cui ogni cittadino ha potuto interagire con il resto della comunità, confrontandosi sul dibattito relativo alla città ed andando a definire il punto di partenza del nuovo PRG.
“Il laboratorio – spiega l’architetto Castelli – ha rappresentato un’occasione di conferma delle richieste espresse durante la prima e seconda fase del percorso partecipativo e ha rafforzato l’idea della Bastia Umbra del futuro come sognata dalla quasi totalità dei cittadini: “Una città dove il vivere sia bello, godendo di tutto ciò che le generazioni precedenti hanno creato e che le attuali possano valorizzare, rendendolo sempre più strumento di potenziamento della qualità della vita”. La riflessione quindi è rivolta al passato, anche non recente, ma per esaltare la consapevolezza del presente e proiettarsi nel futuro”. La presentazione della terza fase si conclude con un estratto del video della Lizza 2012, “quale momento in cui la comunità residente è protagonista”.
Le richieste emerse durante l’attività di workshop sono riconducibili ai seguenti argomenti: ricreare un tessuto sociale che soddisfi il forte desiderio di comunità con spazi di identità storica e per la crescita umana e spirituale, la qualità dell’edificato a discapito della quantità, l’esigenza di spazi verdi o comunque di aree dotate di arredo verde, il fiume come risorsa e sistema ambientale da valorizzare e sviluppare, la realizzazione di percorsi ciclabili, lo sviluppo nel campo della ricerca e dell’innovazione, la creazione degli spazi rionali riconoscendo al Palio ed alle attività rionali un ruolo fondamentale nella vita della città ed, infine, l’emergenza abitativa per le “fasce deboli” della popolazione.
Ufficio Stampa del Sindaco
Bastia Umbra, 17 maggio 2013
Salve,
Vorrei chiedere perché si utilizza il termine inglese ” social housing” parlando delle 100 abitazioni che il comune intende costruire a Bastia e non si usa il termine più giusto e soprattutto più comprensibile di ” CASE POPOLARI” ?? Perché per chi non parlasse inglese ..la parola potrebbe passare inosservata…invece si tratta di 100 nuovi appartamenti destinati ad essere case popolari.
Speriamo fortemente che le attribuzioni saranno effettuate con armonia tra italiani e non.
Perché non sono case popolari. Sono infatti destinate a quelle categorie non abbastanza ricche da poter accedere al mercato libero e non abbastanza povere per avere diritto all’edilizia residenziale pubblica, cioè le case popolari. Ok?
SONO ANCHE A RISPARMIO ENERGETICO ED ESTETICAMENTE BELLE
A proposito di quello che dice Beatrice sui criteri di assegnazione: occhio ai “falsi poveri”!!!
Ho già fatto personalmente notare agli organi dell’amministrazione incaricati, anomalie in alcune dichiarazioni e soprattutto in documenti che attestano situazioni familiari non rispondenti al vero.
Ci sono dei parassiti che tutto sono meno che poveri nelle prime posizioni della graduatoria!