«Susta» attende un aiuto da Gepafin
C’È ATTESA e preoccupazione tra i dipendenti, soprattutto donne, delle due aziende tessili, Susta 36 e Susta 41, che versano in una situazione di crisi che ha portato alla sospensione dei salari e al parziale blocco dell’attività produttiva. La schiarita intervenuta i primi giorni di agosto con il pagamento di una mensilità arretrata è stata solo una boccata d’ossigeno che sta ormai esaurendosi. Le donne, almeno una sessantina, che nonostante tutto hanno mantenuto un rapporto con le aziende, attendono chiarimenti indispensabili a garantire il loro futuro di lavoratrici e quello dell’attività produttiva delle due imprese. Molte le ragioni della crisi, che è arrivata un mese fa al tavolo regionale e all’attenzione della finanziaria Gepafin. Sono stati messi a disposizione i bilanci aziendali, ma non basta; perché da risolvere, oltre al contenzioso pregresso, ai salari arretrati e alla liquidazione del Tfr, c’è l’esigenza di un piano per il futuro. In quell’incontro, prima di ferragosto, furono fissati i paletti di un possibile intervento finanziario. Un piano industriale credibile e sostenibile per garantire un futuro economicamente valido, che vada oltre la sopravvivenza. Il piano non è pronto, anche perché i responsabili delle aziende vogliono capire nei prossimi giorni, al massimo entro le prossime settimane, se le commesse attese da importanti marchi, che hanno caratterizzato l’attività produttiva da molti anni, potranno essere ancora garantiti. Interessati a far vivere queste imprese sono non solo maestranze e sindacati, ma anche le istituzioni locali che non possono assistere inerti all’uscita di altre aziende del tessile e della moda, senza interrogarsi sugli effetti che questa crisi avrà sull’economia locale, di cui si vedono già oggi le conseguenze sociali e sui livelli di vita collettiva.
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