Bastia

La Trilly in bilico «Basta promesse»

Le richieste dei sindacati


BASTIA UMBRA Quale futuro per la ditta Trilly Confezioni? Un interrogativo ancora senza risposta, anche se una trattativa sembra sia stata avviata con “Manieri”, gruppo finanziano romano intenzionato a rilevare l’attuale proprietà gestita da Attilio Burchielli. Una trattativa che per la verità si trascina ormai da mesi ed ora i dipendenti pretendono, giustamente, chiarezza e soprattutto le necessarie assicurazioni. Piuttosto espliciti anche i sindacati, che hanno tenuto una conferenza stampa ieri nella sala consiliare del Comune di Bastia. Giorgio Salucci, Elio Nevi e Francesco Bartoli, in rappresentanza delle tre organizzazioni sindacali, hanno ribadito che si deve fare di tutto per salvare questa azienda, per garantire il posto di lavoro ai dipendenti e salvaguardare anche un indotto certamente non trascurabile. Salucci ha dichiarato: “Abbiamo coinvolto le istituzioni, Comune di Bastia Umbra, Provincia di Perugia, Regione dell’Umbria e Ministero del Lavoro per assicurare da un lato l’approvazione degli ammortizzatori sociali e dall’altro coordinare le iniziative affinché l’azienda ritrovi una sua vitalità attraverso il passaggio di proprietà. Ora le istituzioni devono intervenire subito per facilitare questo cambio. E poi il nuovo imprenditore deve essere messo di fronte alle proprie responsabilità e deve presentare un piano trasparente per il rilancio dell’azienda. E’ altresì necessario – ha precisato il sindacalista che l’attuale proprietà deve farsi da parte, facilitando l’ingresso di imprenditori che possano garantire il futuro a questa ditta. Fatto e che – ha aggiunto Salucci – dal 15 dicembre non abbiamo ancora avuto una comunicazione ufficiale né dalla vecchia e né dalla nuova proprietà’ Nevi e Bartoli hanno annunciato che la vicenda potrebbe sbloccarsi entro pochi giorni e comunque sia se questi sviluppi positivi non si verificheranno, i sindacati si attiveranno con varie iniziative. Intanto, giustamente preoccupati sono circa 45 dipendenti; l’ultimo stipendio risale all’agosto scorso. Le lavoratrici rivendicano gli arretrati, la cassa integrazione. Ma soprattutto, vogliono sapere a che punto stanno realmente le trattative. Insomma, basta con le promesse che vanno avanti ormai da mesi. D’ora in poi contano solo i fatti.
Roldano Boccali

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