Verso il voto La candidata sconfitta alle primarie manda un messaggio al suo partito
“Io capolista? Lo sarò solo se ci saranno chiarezza e rinnovameto”
Mauro Barzagna
ASSISI – Fino a l’altro ieri invocava il rinnovamento. Ora, Claudia Travicelli invoca anche chiarezza, non all’interno di quel centrosinistra che domenica scorsa le ha preferito Carlo Cianetti come candidato sindaco, quanto piuttosto in quel Partito democratico che ha accettato di rappresentare alle primarie. Adesso, quello stesso Pd le chiede di essere capolista alle prossime amministrative: l’ha fatto, non più tardi di venerdì sera per bocca del coordinatore comunale Mariano Borgognoni, in occasione della presentazione di Cianetti e della coalizione che cercherà di strappare Assisi al centrodestra. Chiarezza e rinnovamento vengono invocati dalla Travicelli e sono le condizioni di fondo per accettare la sollecitazione del suo partito. E’ la seconda volta che accade. Era già successo in occasione delle primarie, quando la Travicelli aveva accettato di metterci la faccia anche all’insegna di quello spirito di servizio che, alla luce di quanto spiega la diretta interessata, non è stato per nulla ripagato. “Il motivo – ha certificato ieri la Travicelli nel corso di un incontro nei locali della Pro loco di Santa Maria degli Angeli – va ricercato prima di tutto nel fatto che la mia candidatura non è stata vissuta come unitaria e condivisa da parte di tutto il Pd. Alle iniziative con cui in quei dieci giorni di intensa campagna elettorale ho promosso la mia candidatura alle primarie ho invitato sempre tutti i dirigenti e i rappresentanti del mio partito, ma qualcuno non è venuto, qualcun altro aveva il morto in casa e qualcun altro ancora era in giro a fare campagna elettorale per gli altri”. Messo così è un atto d’accusa neanche tanto velato. Ci sarebbe da individuarle queste tre anime del Pd di Assisi, ma è indubbio che la loro esistenza – per quanto ammantata di “sintomatologia da primarie” – rappresenta un dato di fatto che lascerebbe intendere scogli insormontabili da superare da parte del partito guidato da Borgognoni. Ed è anche per questo che la Travicelli insiste nel chiedere chiarezza e rinnovamento: “Sono queste le uniche due strade da percorrere per andare a testa alta fra quella gente alla quale durante le primarie abbiamo proposto un programma nuovo per un modo di far politica nuovo, che è quello che intendo io. In questo caso, la mia disponibilità ad essere capolista del Pd alle prossime elezioni comunali c’è tutta, anche perché penso che Cianetti abbia bisogno di tutti e, soprattutto, di un Partito democratico unito e compatto, un po’ come accadeva una volta nei partiti di sinistra: ci si scannava fino all’alba per una posizione o per un candidato, ma una volta presa la decisione, quella era di tutti e tutti si battevano per affermarla”. Cioè, questo almeno c’è scritto fra le parole della Travicelli, l’esatto contrario di quanto è successo in seno al Pd assisano in questi ultimi mesi. Amarezza e passione si mescolano senza soluzione di continuità nel racconto che la consigliera comunale uscente (“sono stata la più votata cinque anni fa e penso di aver ripagato la fiducia con un impegno quotidiano, testimoniato non solo dalle oltre 300 mozioni presentate in consiglio comunale”) ma alla fine la voglia di andare avanti pare prevalere. La decisione finale spetterà a lei, questo è chiaro, ma sulla base di cosa le dimostrerà nei fatti il suo partito. E stavolta, questo almeno è l’augurio della Travicelli, “senza giochetti”.
Corriere_p21_20032011