Presto un summit tra Comuni. Deruta, Torgiano e Corciano ‘non contrari’ LA TASSA di soggiorno comincia a fare «proseliti». Se, dopo l’annuncio del sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali («io penso che l’applicheremo») le associazioni di categoria hanno alzato il muro del no, le amministrazioni comunali sembrano possibiliste. Non ci sono, infatti, rifiuti secchi e netti all’opportunità di tassare i turisti che dormono nelle strutture alberghiere ed extralberghiere del proprio comune. E il primo fra tutti è il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, che ha ormai una trait d’union indissolubile con Perugia, vista la candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 da parte delle due città. Raggiunto al telefono dal cronista in prima mattinata, Ricci dichiara: «Ancora non abbiamo fatto nessuna riflessione su questo. Il mio non è un ‘no’. Ma prima di fare qualsiasi scelta dovremo capire bene cosa prevede la manovra del Governo». Un anno fa, il sindaco assisiate, era stato però categorico: «Tassa di soggiorno? Non se ne parla». Poi nel pomeriggio dirama un comunicato stampa in cui cerca di essere più preciso. «Il Comune di Assisi non ha applicato tale tassa in vigore da diverso tempo in alcune città italiane» dice, ma sottolinea subito che «recentemente abbiamo ridotto del 30% (nei mesi invernali per attrarre più turismo) le tariffe dei parcheggi degli autobus turistici. Ricordiamo, comunque — conclude Ricci —, che nel Comune di Assisi una famiglia paga oltre 350 euro in meno di tasse comunali all’anno, rispetto alla media umbra: si cercherà, per quanto possibile e consentito dal Governo, di proseguire contenendo le tasse per i cittadini, le imprese e le famiglie». Insomma se prima la porta alla tassa sui turisti era chiusa a chiave, ora la serratura sta cominciando a cedere.
NON E’ UN CASO che Boccali (che è anche presidente dell’Anci) convocherà a breve un summit con i Comuni a vocazione turistica. Perugia, insomma, non vuol il «kamikaze». Sa bene che è «circondata» da Assisi (1.515.724 tra arrivi e presenze turistiche nel 2010) e dal Trasimeno (1.096.683 sempre l’anno scorso). A proposito, il primo ciattdino di Passignano, Claudio Bellaveglia (giunta di centodestra come Ricci) la prende larga, fa premesse, dice che «c’è da riflettere molto perché c’è la remora di incidere negativamente sul turismo. Ma, per contro, c’è anche la situazione economico-finanziaria drammatica degli enti locali». E quindi? «Ci stiamo pensando anche noi». Così come «non contrari» si sono espresse informalmente e in colloqui riservati tra loro le amministrazioni cittadine di Deruta, Torgiano e Corciano che, con Perugia, nel 2010 hanno ospitato 1.568.723 turisti. E i conti tornano.
di MICHELE NUCCI

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