BASTIA UMBRA – La stazione ferroviaria di Bastia Umbra compie 140 anni. Condizioni di vita molto diverse in quel lontano 1866: non esisteva né corrente elettrica, né radio, né asfalto. Una vita quotidiana dominata dalla chiusura e dall’immobilismo, scandita dal bisogno alimentare e abitativo. Fu addirittura sconvolgente lo scenario che fu in grado di generare sul territorio il tracciato della ferrovia Foligno-Terontola. La “strada ferrata” violò confini storici, spianò rilievi, forò colline, incrociò filari secolari di querce e pioppi, ruppe le simmetrie dei campi, prese alle spalle insediamenti antichi, infranse silenzi secolari con frequenze e cadenze mai avvertite fino ad allora. E così anche il passaggio di un treno diventava allora una specie di “spettacolo” da non perdere assolutamente. Lungo il percorso, nei punti scelti per la salita e la discesa dei passeggeri, e il carico e lo scarico delle merci, vennero costruiti edifici a servizio dello stazionamento dei treni. Le stazioni, appunto. E Bastia fu da subito una di queste. Merci, persone e idee (posta e giornali) potevano andare, arrivare, transitare. La stazione di Bastia, dopo 140 anni, è ancora oggi in servizio al suo posto originario. Ed è ancora oggi efficiente e valida. Ha visto transitare le armi di tutte le guerre, tradotte di truppe in ritirata e convogli festanti di milizie vittoriose. Ha visto giovani reclute precettate affacciate al finestrino per i saluti finali a parenti e fidanzate. Ha visto freschi sposi dare inizio a sognanti viaggi di nozze. Ha visto studenti salire in carrozza per raggiungere la scuola; operai il posto di lavoro; malati l’ospedale; comitive in gita verso mete turistiche; persone sfortunate tentare viaggi della speranza; uomini d’affari inseguire progetti.
Roldano Boccali

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