La Sinistra vista da Veneziani… e anche la Destra
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Nessuno avrebbe mai pensato che una rivoluzione permissiva nei costumi e nel sesso sarebbe partita dalla Spagna cattolica e castigata, amante della tradizione e della famiglia. Zapatero sta olandesizzando la Spagna, ha scambiato Madrid con Amsterdam; anziché cambiare le condizioni sociali del popolo spagnolo ha deciso di cambiare il popolo spagnolo in popolo olandese. Ma non è della Spagna finita nei Paesi Bassi che qui ci interessa parlare, ma della civiltà europea, Italia inclusa, che plaude alla trans-spagna zapatera. Avreste mai pensato qualche anno fa che il punto fermo della rivoluzione socialista, il principio numero uno, sarebbe diventato il matrimonio e l’adozione gay? O i diritti degli animali e la liberazione sessuale? Fino a qualche tempo fa sinistra voleva dire giustizia sociale, nazionalizzazione dell’economia, distribuzione della ricchezza, equità sociale, rivoluzione politica, battaglia ideologica, per taluni collettivizzazione delle aziende e abolizione della proprietà privata. Ora il punto più alto e unificante della sinistra occidentale è l’omosessualità o il buco di Stato per i tossici; la tensione ideale e civile si scarica tutta lì, nel sesso e nel privato che diventa pubblico. Anche quella è una forma di statalizzazione, che statalizza il sesso anziché l’economia, la fabbrica dei sogni anziché le fabbriche degli operai, visto che in quel campo la sinistra è, forse più della destra, al servizio delle oligarchie economiche. Non potendo più fare nessun tipo di rivoluzione sociale, e avendo registrato altrettanti fallimenti, ripiegano sulla lotta alla famiglia e alla tradizione, nel nome della libertà individuale e del relativismo morale. Garantiscono non i diritti sociali ma i piaceri privati. L’idea stessa di socialismo si capovolge in una forma di egoismo di massa su base edonistica. Dalla liberazione degli oppressi alla liberazione dei repressi. Da Marx a Freud via Marcuse. Grido di lotta: «Il piacere è tutto mio».
La trasformazione della sinistra in partito radicale di massa e il mutamento della rivoluzione politica e sociale in rivoluzione permissiva e trasgressiva era stata già intesa dopo il Sessantotto da alcuni osservatori acuti ed emarginati come Augusto del Noce e Pasolini. Benché comunista e omosessuale, Pasolini capì che la rivoluzione della nuova sinistra avrebbe finito col cancellare le tracce della civiltà cristiano-borghese e tradizionale, portando a compimento la trasformazione cinica della nuova borghesia. Essa vuole liberarsi dell’ordine tradizionale, dei vincoli imposti dalla civiltà e dalla religione e la sinistra venuta dal Sessantotto, notava Pasolini, provvede al compito. Spazza in un sol colpo amor di Dio, amor patrio e amor famigliare, e lascia la società decomposta. Nessuno vuol impedire agli omosessuali di seguire le loro scelte, attengono alla loro libertà privata. Quel che non è accettabile è considerare sullo stesso piano le famiglie con le unioni gay, ritenendo che la famiglia sia solo frutto di convenzioni, di culture del passato, da cui dobbiamo emanciparci. Ma la famiglia non è una convenzione imposta da chissà quale ideologia o quale potere, non è un’invenzione dei preti e dei fascisti: è l’unica forma di unione, riconosciuta in tutte le società e in tutti i tempi, da cui nascono i figli e attraversocui si perpetua la società. Non può essere equiparata ad altre unioni. La famiglia è la struttura originaria, naturale e culturale, entro cui si è sviluppata l’umanità. L’unica che viene dal passato e che garantisce il futuro. Antecedente alla civiltà cristiana. È assurdo che si debbano ricordare queste cose, ma c’è in giro un’aria che fa passare per pazzo, incivile e primitivo chi dice cose di buon senso e di solare evidenza. Dico dell’uomo come è stato finora, invece loro parlano nel nome di un’umanità autocreata che non si è mai vista. Questa politica piccina ma invadente, non potendo decidere su niente, se la prende con il nucleo più antico e più indifeso, la famiglia, già di per sé malconcia. È una barbarie che si presenta come moderna, è un’inciviltà imparruccata di progresso. Chi non la pensa allo stesso modo è trattato alla stregua di scimmione destinato all’estinzione. Ma vi estinguerete voi, che portate sugli altari laici i matrimoni sterili a priori. Pensate allo scenario odierno: una coppia su quattro è sterile, una su quattro è orno, una su quattro non vuole figli o è tardona. A quel residuo quartino resistente è affidato il destino dell’umanità, la continuità della specie e della civiltà. A meno che vogliamo considerare quella specie di ominidi nati in laboratorio, transgenici, fecondati via e-mail o da cellule di animale.
Postilla doverosa per coloro che sull’altro versante soprannominato destra fanno l’occhiolino alla linea zapatera. Se pure voi destri diventate ambidestri, e la pensate allo stesso modo, per darvi arie di modernità e di mondanità, allora vi chiedo: perché state da questa parte, perché parlate a nome dei conservatori, a che servite? Andate a svagarvi nella Spagna gaia e zapatera, fatevi una canna spensierata. Pensate a voi stessi, divertitevi; non pensate a noi, non pretendete di rappresentarci. Aveva ragione il poeta socialista Giacomo Noventa: dopo i propagandisti dell’ideologia, verranno i propagandisti del nulla. Eccoli, vengono da ambo le vie e sono portatori più o meno sani di inciviltà.
Diceva Stuart Mill che l’umanità può scegliere tra due modelli di vita: il Socrate insoddisfatto, che vive le tensioni e le inquietudini della ricerca etica e intellettuale e non si accontenta mai; e il maiale soddisfatto che invece si appaga dei piaceri del corpo e non si pone altre mete oltre quelle materiali. Il primo rappresenta la civiltà e il secondo l’incivile opulenza. Oggi abbiamo inventato un terzo modello che sintetizza al peggio i due precedenti: il maiale insoddisfatto, che si pasce di piaceri e appetiti, e tuttavia è infelice, perché i suoi desideri sono incolmabili e gli resta una permanente scontentezza che sconfina nel tedio e nella depressione, che è poi il suo residuo tratto umano. Maiali insoddisfatti, ovvero barbari senza il piacere di esserlo.


Tratto dal libro di Marcelli Veneziani “CONTRO I BARBARI” ed Mondadori 2006


Vorrei aprire un confronto sul brano riportato qui sopra tratto dal libro di Marcello Veneziani “CONTRO I BARBARI”. Un modo che consente a tutti di esprimere la propria opinione nel rispetto delle idee di ognuno.


Spero che da Sinistra a Destra saranno molti coloro che vorranno esprimersi sul tema. Il confronto è una componente importante della Democrazia e se fatto tra coloro che hanno idee diverse aiuta tutti a creescere. Discutere all’interno del proprio ambito ideologico porta solo alla convinzione di avere sempre ragione mentre gli altri hanno sempre torto. Non è così. Proviamo a confrontarci.
Francesco Fratellini


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