Amministrative Questa sera la direzione comunale potrebbe decidere il nome dell’aspirante sindaco
Travicelli, Mirti e Pettirossi i papabili. Ma è scontro sulle primarie
di LUCIO FONTANA
PERUGIA – Se per sfinimento del gruppo dirigente o noia di simpatizzanti e addetti ai lavori, è difficile dirlo. Ma una cosa è certa: questa sera alle 21 nella sede di Santa Maria degli Angeli, dall’ennesimo direttivo comunale del Pd una decisione sulla partecipazione alle primarie o sulla scelta del candidato a sindaco, dovrà uscire fuori. Dopo quattro mesi di stop and go, e diverse candidature lanciate e poi ritirate, i Democratici si trovano a percorrere l’ultimo chilometro di un percorso che con il passare del tempo è andato via via somigliando a una sorta di autoflagellazione.
Questa sera il segretario regionale Bottini, che ieri ha avuto un colloquio con il coordinatore comunale Mariano Borgognoni, cercherà di chiudere il cerchio. In che modo? Ad occhio e croce, dando il via libera sulla partecipazione alle primarie (150 donne simpatizzanti del centrosinistra, attraverso un documento, si sono espresse favorevolmente)
che si svolgeranno a fine mese o nei primi giorni di marzo e cercando di mettere in pista il nome del consigliere comunale Claudia Travicelli per la candidatura a sindaco. Questa è l’intenzione della segreteria regionale, su cui si ritrovano gran parte dei bersianiani assisiati, ma non una parte cospicua del partito che fa riferimento agli ex Margherita. Questi ultimi, infatti, preferirebbero non andare alle primarie con Carlo Cianetti appoggiato da Sinistra e Libertà, Rifondazione e La Mongolfiera e avere l’ex consigliere comunale Buini quale candidato a sindaco. Una mina questa, che Bottini cercherà di disinnescare da qui ai prossimi giorni. Ma insoddisfazioni si registrano anche sul fronte dell’ala “giovanilista” del partito che spingerebbero per la candidatura a sindaco di Paolo Mirti o dell’ex coordinatore comunale Simone Pettirossi. Come si vede, le incognite non sono poche e non è detto che nel direttivo di questa sera possano essere tutte affrontate e risolte. Ma il tempo delle scelte per i Democratici non può essere più rinviato, pena un ulteriore colpo alla credibilità e all’immagine di un partito, che negli ultimi mesi pressato da sinistra e con le fibrillazioni interni sempre più forti, non ha fornito certo una buona prova in fatto di tattica e strategia. Al di là dell’impegno dei singoli.