UNA PASQUA di luce e di speranza quella appena trascorsa a Bastia, che i non pochi bastioli rimasti in città hanno vissuto nel segno della tradizione. Il momento più esaltante, come ogni anno, è stata la ‘Rinchinata’ di domenica pomeriggio: quando, prima della processione pasquale, le statue del Salvatore e della Madonna, sostenute e guidate dalla «Confraternita della Buona Morte», si sono genuflesse al centro della piazza centrale. Un inchino riuscito a regola d’arte, vuoi per la perizia degli uomini della Confraternita, ma anche per rianimare i bastioli sfiduciati. Un tempo segnale per un buon raccolto nelle campagne, oggi invece è anche segno di speranza per tutti. Un segnale indispensabile, come ha sottolineato nell’omelia pasquale il parroco don Francesco Fongo, il quale parlando della speranza dalla resurrezione di Cristo ha chiesto un segnale di rilancio dal mondo civile per interrompere una fase di preoccupante declino. Quale il significato di questo messaggio? «Non una mia personale interpretazione — ha spiegato il parroco —, ma una preoccupazione diffusa tra la gente. Riguarda la situazione sociale, sempre più grave, ma anche la mancanza di lavoro per i giovani e, quindi, una carenza di reali prospettive». Quali i possibili rimedi? «Una capacità di inventiva e di innovazione di cui la nostra classe dirigente si deve far carico, non solo a parole».
m.s.
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