Bastia Umbra Colpo di scena davanti al gup De Robertis. I pm Comodi e Sottani chiedono di visionare altro materiale sulla bancarotta
BASTIA UMBRA – (Pant) Dove sono finiti quei 24 milioni di euro di buco dell’Hemmond di Bastia Umbra? Come è stato bruciato il brillante fatturato di una ditta di filati contesa dal mondo della moda italiano e con un giro d’affari da capogiro? Con un nuovo colpo di scena, nel giorno della discussione davanti al giudice per le udienza preliminari Marina De Robertis, i pubblici ministeri Manuela Comodi e Sergio Sottani hanno chiesto altro tempo per andare fino in fondo al fallimento Hemmond. Richiamo del consulente per ulteriori chiarimenti e risposta per iscritto a nuovi quesiti è quanto ha avanzato e ottenuto la pubblica accusa al gup De Robertis. Con l’escussione del curatore fallimentare tutto rinviato dunque al 16 luglio, con l’ipotesi che si arrivi all’archiviazione del fascicolo o al rinvio a giudizio degli indagati non prima dell’autunno. Tra questi Mario Colonnesi 66 anni, amministratore delegato al settore commerciale e di Arnaldo Incontri di 55 anni, amministratore delegato al settore amministrativo, entrambi di Bastia Umbra, il commercialista perugino di 47 anni, l’imprenditore di Lanciano Roberto Ferrante, di 61 anni e di Mario Momi, 46 anni di Bastia che ha richiesto da subito il rito abbreviato). Gli imputati sono difesi dagli avvocati David Brunelli, Donatella Tesei, Pasquale Bartolo, Marco Angelini, Francesco Felaco, Fernando Mucci, Gianluca Gaudenzi, Delfo Berretti e Maria Mezzasoma. Il fallimento Hemmond è rappresentato dal curatore fallimentare Marcello Cucchia. Era presente anche ieri in udienza l’imprenditore sanmarinese Paolo Cervellini, assistito dall’avvocato Francesco Gatti. L’imprenditore entra nella complessa vicenda Hemmond nel 2002 per rilevare la ditta. Poco dopo, Cervellini scopre però, secondo il suo legale, un serie cospicua di debiti e non prosegue dunque nell’acquisto dell’azienda. E suo malgrado entra in una spirale senza ritorno. Dalla vicenda della bancarotta l’imprenditore, secondo l’avvocato Gatti, avrebbe ricevuto danni economici e d’immagine rilevanti. Ma dall’altro lato i soci della Hemmond fanno causa all’imprenditore per non aver adempiuto all’accordo contrattuale. Insomma la guerra tra le parti non sembra ancora conclusa e si prospetta un’estate sui libri contabili.