Bastia

La politica è in ferie, caccia agli sgabelli


Anna Mossuto



In questo caldo afoso d’agosto c’è chi si e rifu- giato al mare o in montagna a ritemprarsi e chi invece e rimasto in città a presidiare il territorio e magari a diffondere il proprio verbo. Ad essere scomparsa letteralmente dalla scena e la politica, a parte qualche scaramuccia di basso livello. A proposito di coloro che non hanno abbandonato il posto dì guardia, da segnalare delle uscite, veramente amene, su candidature varie o addirittura autoinvestiture. Un vezzo di questa settimana quasi ferragostana è stato infatti quello di mettere le mani avanti alla ricerca di uno sgabello dove potersi sedere per i prossimi anni. Ad aprire le danze, in un certo senso, è stato il Pd di Spoleto che, avviatosi per tempo,ha già trovato una collocazione al sindaco Massimo Brunini, non più ricandidabile a primo cittadino. Lo vuole a tutti i costi in Regione, a fare l’assessore. Sulle capacità nulla questio, ma le motivazioni in base alle quali un sindaco alla fine del secondo mandato deve essere allocato in un altro ente sono alquanto discutibili. Anche perché Brunini, secondo il ragionamento dei piddini spoletini, rappresenta Spoleto che si merita di essere rappresentata in Regione. Ma siamo seri, questo è un modo di fare che appartiene alla prima Repubblica e sa tanto di manovrine per sistemare qualcuno che a sua volta lascia libero il posto a un altro che a sua volta potrà essere occupato da quell’altro. Se la chiave per entrare in una giunta è quella territoriale non si capisce perché il Pd di Spoleto tre anni fa non rivendicò la rappresentatività e se ne ricorda solo oggi, ricorrendo al nome di Brunini. E se poi il discorso vale per Spoleto, allora forza tutti i sindaci in scadenza di mandato di tutti i territori dell’Umbria, a cominciare dai due capoluoghi, si facciano avanti, direttamente o per interposta persona o partito, al fine di ipotecare un posto da assessore da qualche parte. Il consiglio è di fare o far fare una bella conferenza stampa. Oppure rilasciare un’intervista per fissare nero su bianco la propria agenda.
Quest’ultima strada ha seguito il sindaco di Bastia Umbra Francesco Lombardi che non si sogna minimamente di lasciare la sua poltrona. E lo dice senza peli sulla lingua, convinto com’è di ricomporre i dissidi e le divergenze degli ultimi tempi con gli alleati (Margherita e Comunisti italiani) della propria maggioranza. Quindi, a Bastia, partiti avvisati, mezzi salvati.

L’autocandidatura è stata molto battuta in questa settimana, si è fatta tentare anche la socialista Ada Girolamini capogruppo Sdi-Ps in consiglio regionale, che non esclude di correre per Palazzo dei Priori. Con quali compagni di viaggio non è dato sapere, anche perché forse le combriccole non si sono ancora formate. Per ora oltre all’annuncio la Girolamini ne ha approfittato, sempre attraverso la stampa, per togliersi un po’ di sassolini dalle scarpe e ha
lanciato strali contro il suo partito fatto a suo avviso di padroni e non di leader. Ma fino a ieri la “nostra” non era, e anche oggi non è, ai vertici del partito, o di quel che resta di esso? Scannarsi per un piatto di lenticchie vuol dire non avere la consapevolezza di quello che è successo nelle urne il 13 e il 14 aprile.
Comunque, tutto gira attorno alle candidature e alle alleanze. Mentre i partiti più grossi sono alle prese con le beghe interne, regolamenti, primarie, circolari e via dicendo, le formazioni più piccole si muovono freneticamente. E c’è chi lavora al terzo polo, capofila del progetto è l’Udc che ripete fino allo sfinimento la linea politica, e cioè né con il Pd, né con il Pdl.
E c’è chi è impegnato, soprattutto dalle parti della destra, a tentare di varare liste civiche per firmare azioni di disturbo e raggranellare peso contrattuale.
Dalle parti del Pdl tutto tace, anzi i politici che contano sono quasi tutti in vacanza o affaccendati in altre faccende. Tanto per preparare le candidature, per studiare un programma, per convincersi di poter diventare forza di governo, c’è sempre tempo. E poi prima va costruito il partito unico. Almeno questi sono gli ordini romani. E in Umbria, c’è da scommetterci, la fatica sarà maggiore. Ma per ora è meglio non pensarci, del resto anche la politica è in ferie. E quella del centrodestra deve riposarsi di più.
Anno Mossuto
anna.mossuto@edib.it

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