E’ quanto chiede la Procura generale nel processo d’appello in Corte d’assise
Saranno nuovamente ascoltati i medici legali e i periti del Tribunale

ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO L’avvocato difensore: «Gli esperti confermeranno che fu un’azione
meramente difensiva e incolpevole»

PERUGIA La Procura generale ha chiesto che Patrizia Pinheiro Duarte venga condannata a sei anni. L’avvocato difensore Francesco Gatti ha sostenuto invece che vada confermata la sentenza di primo grado che ha assolto la transessuale dall’accusa di aver ucciso Samuele De Paoli, il giovane trovato senza vita in un campo a Sant’Andrea delle Fratte il 28 aprile 2021. La Corte d’assise d’appello ha deciso una rinnovazione di istruttoria. Nello specifico i giudici hanno disposto di sentire nuovamente due consulenti dell’accusa, i medici legali Mauro Bacci e Sergio Scalise Pantuso, e i due periti del Tribunale, Vittorio Fineschi e Aniello Maiese. La prossima udienza il 27 novembre. Dalle parole degli esperti che si occuparono di chiarire le cause della morte di Samuele, i giudici potranno ricostruire quanto successo tra i campi alla periferia di Perugia, in quale concatenazione di eventi si era arrivati alla morte del giovane. Deceduto, secondo quanto consulenti e periti accertarono, per una crisi vagale, amplificata dall’assunzione di droga. Una crisi causata, era stato ricostruito, da una pressione non intenzionale sul nervo vagale da parte dell’imputata che però, era stato rilevato, si stava difendendo da un’aggressione e non avrebbe messo in atto un’azione consapevole delle conseguenze a cui avrebbe potuto portare. Di idea contraria la Procura generale che sostiene l’omicidio reterintenzionale e che sposta l’aggressione, diventata poi, mortale, all’esterno della vettura e non nell’abitacolo,con Samuele a terra sovrastato da Patrizia, fisicamente più importante del ragazzo. Convinzione della famiglia, da sempre ribadita, la presenza, al momento della ricostruita lite tra Samuele e Patrizia, di un’altra persona.«Prendiamo atto, con pochissima sorpresa, della decisione dei giudici. Del resto non ci eravamo opposti ad alcuna integrazione probatoria – commenta l’avvocato Gatti –. La conferma dei quattro medici sulle cui relazioni prima la Procura ordinaria ha chiesto l’archiviazione e poi il Tribunale ha pronunciato l’assoluzione, non deve farci preoccupare, atteso che il pensiero dei suddetti scienziati, tutti luminari, è stato già consacrato nei rispettivi elaborati che hanno specificato che l’azione di Patrizia è stata meramente difensiva e comunque incolpevole, e che l’assunzione di cocaina da parte del De Paoli, ha avuto un ruolo decisivo».

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