La sezione bastiola non entra nel Pd e passa all’opposizione


BASTIA UMBRA – La Margherita di Bastia è fuori dal Pd e all’opposizione nel consiglio comunale. “Il Pd – scrivono dal coordinamento della Margherita bastiolo – che in tutta Italia sta mettendo le sue radici, registra a Bastia Umbra una vistosa, spiacevole anomalia”.
La componente della Margherita, dunque, non si scioglie nel Pd mantenendo aperta ed attiva la propria sezione, ritenendo “di essere stati costretti ad assumere, a causa del permanere di una posizione ostinatamente egemone dei Ds, una sofferta decisione”.


“Determinazione – spiegano – che dopo un lungo tempo di disagi e manifesta ostinazione dei Ds locali, ha trovato il suo punto di rottura sabato e domenica scorsi in occasione della chiamata alle urne degli cittadini per la costituzione degli organi del Pd. In tale occasione, infatti, i Ds di Bastia hanno posto in essere comportamenti ispirati ad un centralismo democratico di antica memoria tesi a costituire un direttivo caratterizzato da una massiccia presenza di diessini, concedendo una inconsistente ospitalità alla componente della Margherita”.
E non mancano le stilettate al sindaco: “Stupisce che il primo cittadino, consapevole dei rischi che si sarebbero potuti riverberare nella amministrazione comunale, abbia abdicato al ruolo istituzionale di ragionevolezza per assumere, invece un atteggiamento irragionevolmente muscolare, a partire dalla inspiegabile ed inspiegata decisione di revocare la delega di assessore all’urbanistica al rappresentante della Margherita, reo forse, di pretendere una eccessiva trasparenza negli atti urbanistici”. È percio che,”riassumendo totalmente autonomia di vincolo di coalizione la Margherita al Comune di Bastia si dichiara fuori dalla maggioranza riservandosi di decidere di volta in volta sui singoli atti. L’eventuale permanenza dell’amica Nadia Cesaretti all’assessorato servizi sociali è da intendersi a titolo personale, dopo l’avvenuto passaggio della Margherita all’opposizione”. Sarà cosa interessante capire – chiudono i fuori usciti dalla maggioranza di Lombardi – se l’organo provinciale, territorialmente competente, vorrà rompere un incomprensibile silenzio per mettere in campo l’autorevolezza del suo incarico, peraltro attribuitogli con una larga maggioranza, rispettosa della pluralità culturale del Pd e, per tanto, capace di essere di tale pluralità garante”.

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