LA GRANDE BUGIA

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 di RENATO BRUNETTA


Ma è proprio così difficile capire di chi sia il merito degli straordinari risultati di finanza pubblica 2006? Non pare proprio. A meno che non si sia in malafede o non si scriva per giornali affetti da pregiudizi congeniti. L’economia ha le sue regole e tutti gli attori che in essa svolgono un qualche ruolo dovrebbero conoscerle. Qui di seguito le ricordo a me stesso e ai colleghi Prodi e Visco e al dottor Padoa-Schioppa. 1. I saldi di finanza pubblica di un qualsiasi anno sono determinati in Italia dalla legge finanziaria dell’anno precedente e dai relativi andamenti di crescita economica a cavallo tra l’anno precedente e l’anno in corso (occupazione, produttività, competitività). 2. Il gettito fiscale di ciascun anno è determinato per quanto riguarda le imposte dirette (con un peso sul totale del gettito che oscilla tra il 50 e il 55%) dagli andamenti dell’autotassazione dell’anno precedente, nel caso specifico l’aumento dell’Ires risente degli effetti delle misure di ampliamento della base imponibile; per quanto riguarda, invece, le imposte indirette (con un peso sul totale che oscilla tra il 45 e il 50%) queste sono determinate mensilmente principalmente sulla base degli andamenti dei redditi, dei consumi (per quanto riguarda ad esempio l’Iva) e dei risparmi (per quanto riguarda depositi e titoli). Nonché, ovviamente, dal quadro impositivo vigente e stabilito con la o le finanziarie degli anni precedenti. 3. In corso d’anno si possono apportare correzioni solo attraverso apposite manovre (decreti legge correttivi), come quella realizzata a luglio scorso dal governo Prodi. Queste manovre normalmente hanno impatto limitato ai mesi successivi residui a quelli della loro entrata in vigore. Nel caso della manovra correttiva Prodi-Visco del luglio scorso l’impatto stimato di un’entità dello 0,1% di Pil ha riguardato unicamente gli ultimi 4-5 mesi dell’anno, mentre l’aumento di gettito era già ampiamente in corso fin dai primi mesi dell’anno. 4. Per quanto riguarda le uscite esse sono totalmente determinate dalla normativa in vigore e, quindi, nel caso specifico dalla o dalle finanziarie degli anni precedenti e dagli andamenti del reddito: in caso di recessione, i saldi peggiorano, perché aumentano le uscite per gli ammortizzatori sociali, in caso di espansione, come nel 2006, i saldi migliorano per effetto del minor utilizzo del welfare e per la maggior occupazione. 5. Cambiamenti di atteggiamento dei contribuenti rispetto al fisco normalmente si realizzano in ragione delle aspettative: migliorano se l’economia è in crescita, peggiorano nell’incertezza e nella stagnazione, nonché nella recessione. Per quanto riguarda, poi, la propensione al rispetto delle regole fiscali, questa migliora in funzione della diminuita pressione fiscale, di normative che diventano più trasparenti, amichevoli, semplici, meno vessatorie, insomma se aumenta la fiducia tra contribuente e fisco. Normalmente le minacce di sanzioni, l’aumento della pressione fiscale, l’aumento dei controlli producono l’effetto inverso e cioè aumentano evasione, elusione ed erosione. 6. Nel 2006 si è realizzato un caso di scuola: vale a dire che il combinato disposto di ripresa economica, diminuzione delle aliquote fino al 2005 (pari a circa 2 punti), e allargamento della base impositiva (realizzata con i tanto vituperati provvedimenti una tantum come lo scudo fiscale e i vari condoni…) hanno prodotto un aumento di gettito record. Se a tutto ciò si aggiunge un buon controllo della spesa corrente (realizzato attraverso i tetti di spesa ai ministeri) si arriva ai 35,2 miliardi di euro del fabbisogno di cassa 2006. 7. Per tutte queste semplici ragioni i professori Prodi e Visco e il dottor PadoaSchioppa non hanno alcun merito dell’attuale performance di finanza pubblica. E chi dice il contrario è un ignorante e in malafede.

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