Bastia Dalle acque è emersa la presenza di tetracloetilene. Gli “Amici del Chiascio” pronti a costituirsi parte civile

Scatta l’allarme inquinamento, accertamenti anche sui pozzi limitrofi


di MASSIMILIANO CAMILLETTI


BASTIA UMBRA – Allarme inquinamento da tetracloetilene per la vecchia fonte di Moncioveta. A darne notizia è l’associazione amici del Chiascio che, con la collaborazione di alcuni abitanti del quartiere, si è fatta promotrice, nei confronti dell’amministrazione comunale, dell’istanza di riportare alla luce la vecchia fonte. L’associazione dopo aver commissionato gli esami di potabilità dell’acqua e averne conosciuto gli esiti, ha prontamente allertato la stessa amministrazione comunale al fine di procedere alla verifica della contaminazione attraverso le competenti strutture. Gli accertamenti verranno estesi anche ai pozzi presenti nell’area circostante. Il tetracloroetilene a temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall’odore di cloro, più denso dell’acqua. È un composto nocivo per inalazione e pericoloso per l’ambiente. Viene utilizzato nelle lavanderie a secco, come solvente per lo sgrassaggio dei metalli, nell’industria chimica e farmaceutica, nell’uso domestico. In Italia, la legge considera i rifiuti contenenti tetracloroetene come “rifiuti pericolosi” che, come tali, non devono essere smaltiti in fognatura.
Qualora le analisi ufficiali richieste dovessero confermare l’inquinamento da tetracloetilene l’associazione amici del del Chiascio fa sapere che si costituirà parte civile nei confronti di coloro che hanno compromesso la potabilità dell’acqua.
La fonte è situata in via IV Novembre, la strada d’ingresso della città. Il sito è stato rimesso in sicurezza dall’amministrazione comunale nel 2007 per ridare dignità alla fonte di Moncioveta, che ha dato anche il nome a uno dei quattro rioni, e per la quale sono stati spesi circa 80 mila euro. Il timore è che l’acqua possa avere effetti dannosi per la salute di chi l’ha bevuta. “Dopo le operazioni di messa in sicurezza e impermeabilizzazione dell’area effettuate dall’amministrazione comunale – spiega Massimo Geoli degli Amici del Chiascio – come associazione abbiamo provveduto alla verifica della potabilità dell’acqua. Gli esami hanno evidenziato un probabile inquinamento da tetracloetilene. Considerato che in quel momento la portata della fonte era limitata ed erano da poco finiti i lavori di consolidamento si decise di apporre il cartello recante la scritta “acqua non potabile”. In pieno agosto il cartello mise in allarme i pochi bastioli ‘nostalgici’ che erano andati per dissetarsi alla fonte. “Le stesse analisi – aggiunge Geoli – sono state ripetute di recente ed il risultato, anziché riportare un dato ridimensionato o nullo, come si auspicava vista la notevole portata attuale della fonte, hanno confermato il probabile inquinamento da tetracloetilene”. Val la pena ricordare infine che l’esame di potabilità dell’acqua è stato ripetuto con cadenza trimestrale dal rinvenimento della fonte dando sempre esito positivo.


 

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