Bastia

La crisi maltratta l’edilizia, artigiani inferociti

Scintille tra imprenditori e amministrazione all’incontro per cercare soluzioni. Mela: “Misure strardinarie per aiutarci”
BASTIA UMBRA Scintille durante l’incontro con l’amministrazione, chiesto e ottenuto dalla Confartigianato di Bastia, che si è svolto martedì sera in sala consiliare. Al centro del dibattito l’analisi della situazione attuale e delle prospettive del comparto edile,stretto nella morsa di una pesante crisi,per avviare una riflessione sulle prospettive del settore individuando possibili strumenti per il rilancio. Al partecipato incontro erano presenti i rappresentanti dell’organizzazione, tra cui il presidente Paola Mela, e numerosi rappresentanti di tutto il comparto edile, nonché il sindaco Stefano Ansideri e l’assessore Francesco Fratellini. Con toni accesi fin dalle prime battute, il dibattito ha messo sul tavolo alcune proposte su cui avviare una riflessione in attesa di un secondo incontro. “Al Comune – riferisce il presidente Mela – troppo legato a grandissime volumetrie all’interno delle quali c’è poco spazio per le piccole imprese, è stata chiesta la possibilità di soluzioni alternative. Come ribadito dagli imprenditori è forse il momento di riposizionare alcune volumetrie e intercettare le esigenze delle piccole imprese e della domanda di nuove costruzioni indipendenti o con soluzioni semindipendenti, più gradite dai cittadini”. Oltre a questa “forzatura” degli strumenti urbanistici, definita “doverosa” dagli imprenditori poiché “un momento straordinario come questo pretende un impegno e misure straordinarie”, il dibattito si è soffermato sui bandi pubblici, in merito ai quali gli artigiani presenti hanno richiesto “l’utilizzo permanente di procedure negoziate e trattative private per i lavori sottosoglia, che possono agevolare le imprese locali”. Accanto a ciò, aggiunge il presidente, “ci vorrebbe una campagna di 100 lotti edificabili che sicuramente può ridare ossigeno e speranza alle imprese”. Misure straordinarie ma che possono, insieme agli altri strumenti a disposizione dell’amministrazione (piano regolatore, piano delle piccole opere, manutenzione) ridare ossigeno a un settore sofferente che negli ultimi due anni ha perso oltre seimila lavoratori e visto chiudere oltre mille imprese.
Sara Caponi

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