I carabinieri hanno arrestato 10 napoletani, 2 nigeriani, 2 tunisini, un palermitano e un marscianese
Era in soggiorno obbligato a Bastia Umbra: è ritenuto al vertice dela gang
ASSISI – Almeno un viaggio alla vigilia del Natale scorso l’hanno fatto utilizzando una insospettabile ambulanza. Gli investigatori non li hanno colti sul fatto, ma lo hanno capito dalle intercettazioni, quando ormai il trasferimento della “merce” era stato completato. Una banda di napoletani(dieci, dei quali sei residenti in Umbria ed uno addirittura sottoposto a libertà vigilata), due nigeriani e due tunisini avrebbero fatto parte della gang, collegata al clan ApreCuccaro di Barra di Napoli, letteralmente sgominata, ieri mattina, dal blitz dei carabinieri (la compagnia di Assisi, con il capitano Andrea Pagliaro e gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della procura di Perugia col luogotenente Mario Fringuello). I militari dell’Arma hanno dato esecuzione ad una ordinanza firmata dal gip Carla Giangamboni e richiesta dai pubblici ministeri Claudio Cicchella della procura e Giuliano Mignini(della direzione distrettuale antimafia). Gli arrestati(alcuni in carcere altri ai domiciliari) sono Massimiliano Caggiano di 34 anni di Ischia, Domenico Cerqueto, detto Mimmo “O mal’ommo” (da cui il nome dell’Operazione) di 37 anni di Napoli, Giuseppe Esposito di 28 anni e Roberto Esposito di 23 anni (tutti abitanti tra Bastia e Santa Maria degli Angeli), i tunisini Mezri Fauzi di 22 anni e Faris Hammami di 25 anni(entrambi residenti a Perugia), i nigeriani Obi Mmaduka di 44 anni, detto “Gigante” e Nwouse Sebastine Chinedu di 48 anni (il primo residente a Perugia, il secondo a Corciano), Pasquale Napolitano di 36 anni di Napoli (residente a Bastia), Vincenzo Piccolo di 35 anni di Barra di Napoli, Vincenzo Porricelli di 28 anni di Marsciano, Claudia Rizzo di 33 anni di Barra di Napoli, Ciro Romano di Pomigliano d’Arco (residente a Bastia), Massimo Russo, di 28 anni, di Cercola di Napoli, Corrado Savarese di 41 anni, di San Giorgio a Cremano di Napoli e Pietro Visconti di Bagheria di Palermo (residente a Santa Maria degli Angeli), difesi dagli avvocati Daniele Federici, professor Giuseppe Caforio, Luigi Egidi, Maria Bruna Pesci. Le indagini andavano avanti da un anno. Al gruppo viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ma anche episodi di estorsione. Gli investigatori infatti hanno appurato che i clienti che non pagavano alle scadenze pattuite si vedevano arrivare a casa gli “esattori” che effettuavano una sorta di “sequestro preventivo” dei beni, quali televisori, elettrodomestici, telefoni cellulari, tutto materiale facilmente trasportabile, trattenuti fino a quando il conto non veniva saldato. All’operazione finale, ieri notte, hanno partecipato un centinaio di carabinieri con l’ausilio di unità cinofile. Gli arresti sono scattati, in contemporanea, tra la provincia di Perugia e quella di Napoli. Al vertice del sodalizio criminale – secondo gli inquirenti – il Cerqueto, conosciuto nell’ambiente come “Mimmo O mal’ommo”, suo cugino Corrado Savarese, volontario della Cri. Nel corso delle indagini erano già stati arrestati quattro soggetti in flagranza di reato (spaccio) con il recupero di 300 grammi di sostanza(cocaina e hashish). Il gruppo ordinava, praticamente una volta al mese (ma sotto le feste con cadenza ancora più ravvicinata) sino a 4 chili di cocaina e hashish per lotti del valore di 50mila euro che venivano poi piazzati nell’area di Assisi, Bastia Umbra, Perugia, Deruta, Marsciano. Gli indagati sono 22(sei si trovano a piede libero) ed alcuni avevano il compito di recuperare, con violenza e minaccia, i crediti nei confronti dei compratori insolventi. Uno degli indagati è deceduto nelle more dell’inchiesta per overdose (e secondo gli inquirenti avrebbe anche partecipato ad almeno una rapina nel perugino). Quasi tutti i soggetti apparivano inseriti nella vita sociale. Due addirittura svolgevano compiti di sindacalisti, uno di volontario della Cri, uno di volontario della Protezione civile. La cocaina arrivava a Perugia con una altissima purezza(circa al-l’84%). Quando, per problemi di puntualità di pagamenti, il canale con Napoli si era interrotto, la droga sarebbe stata acquistata dal nigeriano “il gigante” e affidata per la vendita soprattutto “al ragazzo della discoteca”(uno degli arrestati ai domiciliari). L’indagine prima affidata alla procura poi era passata alla Dda quando ci si era resi conto della presenza della camorra, nel giro. Le mani della camorra sull’Umbria? “Le mani della camorra – ha ironizzato il colonnello Carlo Corbinelli nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche il capitano Pagliaro e il luogotenente Fringuello – si sono scottate. Voglio sottolineare che insomma la risposta è stata rapida, incisiva, adeguata”. I pagamenti ai coniugi della droga Claudia Rizzo e Vincenzo Piccolo, sarebbero stati fatti mediante vaglia postali “on line”. La criminalità si aggiorna e cammina al passo coi tempi.
Elio Clero Bertoldi

Corriere-2010-07-10-pag03

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