PERUGIA – Sventato l’ennesimo tentativo della Camorra di infiltrarsi e manovrare aziende locali “pulite” ai fini del riciclaggio di denaro.
Ieri gli uomini della Guardia di finanza di Perugia su direttiva della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno posto i sigilli ad 8 ditte specializzate nel settore delle telecomunicazioni e ne hanno perquisite altre 13. In Umbria il blitz scattato all’alba ha interessato aziende di Perugia, Assisi, Bastia, Foligno e Gubbio. I titolari delle aziende sono tutti umbri.
Il piano d’azione criminale era tanto semplice quanto supertecnologici erano i mezzi utilizzati per metterlo in atto. In altri termini l’organizzazione criminale con una mano rubava traffico telefonico alla Telecom dall’altro lo ripuliva utilizzando il credito su linee a tariffazione speciale, ovvero 166, 899 e simili. Per intenderci si tratta delle linee telefoniche usate generalmente da sedicenti cartomanti e astrologico e che già allo scatto alla risposta fanno spendere 12.50 euro.
In un anno e mezzo la “gallinella dalle uova d’oro” made in Napoli (non a caso l’operazione è stata ribattezzata Sim ‘e Napule) ed allevata in Umbria ed in altre regioni italiane è stata in grado di fruttare ben 50 milioni di euro.
Non solo. La macchinetta fabbrica denaro era talmente oleata da riuscire a risucchiare credito telefonico al ritmo di 212 ricarica da 250 euro in soli 31 minuti.
Ma vediamo nello specifico come funzionava la truffa.
Il cuore operativo del raggiro era a Napoli e precisamente all’interno degli uffici Telecom del capoluogo partenopeo, dopo il clan camorristico era riuscito ad aggiudicarsi l’appalto per le pulizie dello stabile. Le menti risiedevano invece nel Centro Italia. A Napoli una squadra di hacker informatici travestiti da donne e uomini delle pulizie, durante la notte, mettevano da parte ramazza e paletta e iniziavano a risucchiare dai terminali della ditta ricariche telefoniche. Fin qui metà della truffa. Siccome l’obiettivo del sodalizio criminale non era certo quello di rubare scatti da spendere in telefonate gratis, ma quello di distillare denaro contante, a questo punto entravano in azione le ditte specializzate in servizi telefonici e titolari di numeri a tariffazione speciale 899, 166 e simili.
Secondo quanto previsto dalla normativa queste ditte, concessionarie dei numeri forniti dal ministero delle telecomunicazioni, vengono rimborsate da Telecom in base al numero ed alla durata delle telefonate ricevute. Quindi, i truffatori, dopo aver risucchiato i soldi dalla Telecom, li spendevano chiamando i gestori delle linee 899 che proprio in ragione delle telefonate ricevute prendevano il rimborso dalla Telecom. L’azienda quindi veniva truffata due volte.
Nel complesso l’operazione ha portato all’arresto in flagranza di reato di 5 persone, al fermo di 6 e alla denuncia di altre 29, nonché al sequestro di 45 aziende di servizi nel settore delle telecomunicazioni, al blocco di circa 70 conti correnti bancari per l’equivalente di complessivi 50 milioni di euro, all’individuazione di 10 società all’estero. L’operazione ha visto inoltre l’impegno in contemporanea di 153 pattuglie, per un totale di oltre 410 poliziotti e finanzieri in azione. Oltre che in Umbria, perquisizioni locali e domiciliari a Ancona, Arezzo, Firenze, Grosseto, Milano, Napoli, Palermo, Pescara, Rimini, Reggio Calabria, Roma, Torino e rispettive province.
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