Bastia Umbra Bella e coraggiosa: gli elogi di Garibaldi e Carducci
Colomba Antonietti spirò gridando: “Viva l’Italia”
Jacopo Cairoli
Colomba Antonietti nacque a Bastia Umbra, in provincia di Perugia, il 19 ottobre 1826 da Michele e Diana Trabalza, ma si trasferì giovanissima a Foligno. Il 3 dicembre 1844 sposò, contro il parere delle rispettive famiglie, il conte Luigi Porzi, tenente delle truppe pontificie. Con lui partecipò alla difesa di Venezia nel 1848 in vesti maschili e poi lo seguì a Roma. Nel 1848-49 il marito aderì alla Repubblica Romana. Colomba, una ragazza bella, decisa, energica, figura romantica per eccellenza, per combattere al suo fianco si tagliò i capelli e vestì l’uniforme da bersagliere. Inizialmente affrontò le truppe borboniche nella battaglia di Velletri (18-19 maggio 1849) e di Palestrina, dimostrando coraggio, valore ed intelligenza, tanto da meritarsi l’elogio dello stesso Giuseppe Garibaldi. Successivamente andò a Roma per difendere la Repubblica Romana. Il 13 giugno i francesi aprono a cannonate una grossa breccia a Porta San Pancrazio. Lei fu con quelli che cercano di ripararla ma, tra le pallottole sibilanti dei fucili, che provenivano da destra e da sinistra, un proiettile la finì per colpirla. Il marito la raggiunse e la portò in braccio al riparo dal luogo della battaglia. Ma non c’era ormai più nulla da fare. La leggenda vuole che morendo, la donna abbia levato le braccia al cielo per sussurrare: “Viva l’Italia”. Il giorno successivo vennero celebrati i funerali e la bara fu ricoperta di rose bianche. Il feretro fu poi inumato a San Carlo a’ Catinari, la chiesa barnabita dove, grazie agli uffici del patriota Ugo Bassi – appartenente all’ordine – venivano sepolti i garibaldini. Nel 1941 le sue spoglie furono traslate presso il Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, che accoglie i caduti nelle battaglie per Roma Capitale e per l’Unità d’Italia (1849-1870). La sua morte eroica, dal momento che non era usuale che una donna combattesse in quell’epoca, venne celebrata non solo da Giuseppe Garibaldi, ma anche da grandi poeti e scrittori, come Giosuè Carducci e Alexandre Dumas(padre). A Colomba Antonietti sono dedicati due simulacri. A Bastia Umbra, un monumento costruito nel 1964 in Piazza Cavour, di fronte alla sede municipale, in sostituzione dell’opera di Vincenzo Rosignoli, eretta nel 1910 in Piazza Mazzini, di cui riutilizza in parte l’impianto decorativo. Un secondo a Roma, fra le statue ed i monumenti dei patrioti sul Gianicolo. Colomba Antonietti è sì una figura avvolta da un alone leggendario, ma non è una leggenda, perché è veramente esistita. Come tutti quelli che morirono per la Repubblica senza avere, poi, una targa incisa da qualche parte. I loro nomi sono scivolati nel tempo, rimanendo per tutti solo i Ragazzi del 1849: un Battaglione della Speranza. A Colomba Antonietti era intitolata la vecchia scuola di avviamento che seguiva il ciclo delle elementari. La scuola media statale di Bastia Umbra ereditò l’intitolazione a seguito delle deliberazioni della giunta municipale che ebbero luogo il 21 gennaio 1964. Il 13 giugno dell’anno successivo, fu poi collocata una lapide, tuttora presente, all’ingresso della scuola. Nel comune di Bastia Umbra inoltre esiste un’altra lapide che indica la casa natale dell’eroina, così come una via del centro storico a lei intitolata, una traversa – guarda caso – proprio di via Garibaldi.
Corriere-2010-11-22-pag05
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