ANNA Bonaiuto, sul palcoscenico del piccolo teatro degli Instabili, proporrà la figura di Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso (1808-71), personaggio di spicco (ma anche assai controverso) del risorgimento italiano. L’attrice, friulana di nascita, ma di famiglia napoletana, una delle più sensibili e incisive interpreti del panorama italiano, sia al cinema che a teatro, sarà protagonista, martedì 24 gennaio, alle ore 21.30, di «La belle joyeuse», di Giancarlo Fiore, che firma anche la regia dello spettacolo. Una rappresentazione che mette in luce la figura di una donna che ha avuto un ruolo importante nel risorgimento; un’anima inquieta e appassionata, costretta a vagare in Italia e all’estero, che la portò ad essere scrittrice, editrice di giornali, combattente, patriota, donna dal fascino enigmatico e controverso. Lo testimoniano i commenti ‘tagliati’ per lei: «Sanguinaria assassina» per il governo austriaco, «sfacciata meretrice» per Papa Pio IX, «bellezza affamata di verità» per Heine, «prima donna d’Italia» per Cattaneo. Balzac, nonostante un sentimento di ammirazione, arrivò a sentenziare «E’ una cortigiana» per il fatto che il musicista Liszt rimaneva nella sua casa sino a tarda sera. E la Bonaiuto si cala al meglio in questa figura, forte della sua sensibilità, della sua preparazione (all’Accademia d’arte drammatica) e delle esperienze maturate in teatro e al cinema con registi come Luca Ronconi, Mario Missiroli, Carlo Cecchi, Liliana Cavani (in «Dove siete? Io sono qui», con cui ha vinto a Venezia la Coppa Volpi come attrice non protagonista), Michael Radford, Mario Martone (con «L’amore molesto» ha ottenuto il Nastro d’Argento e il David di Donatello come migliore attrice protagonista); e poi ancora Pasquale Scimeca, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Carlo Verdone. «Cristina di Belgioioso — spiega il regista Fiore — sembra aver vissuto da eroina nei più diversi generi letterari, nascondendo costantemente il suo vero volto dietro innumerevoli maschere. ‘La belle joyeuse’, vuol tentare di suggerire che proprio in tutte queste maschere è la sua verità, perché ciascuna è stata vissuta, ‘incarnata’ in modo così estremo, generoso e totale, da divenire parte di un unico volto di donna. E lo spettacolo – aggiunge – riconsegnerà l’ultimo palcoscenico ad una voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni. Restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro». Per informazioni e prenotazioni 333-7853003 – 335-8341092 – 07-5812329.
M.B.

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