Uno squillo durante la rapina di Bastia ha messo la polizia sulle loro tracce . SONO stati incastrati dall’analisi minuziosa delle celle telefoniche i quattro pugliesi arrestati dalla squadra mobile con l’accusa di essere gli autori di una serie di rapine, anche solo tentate, ai danni di gioiellieri, pestati e picchiati a mani nude. Seguiti passo passo e intercettati quando hanno deciso di mettere a segno l’ultimo colpo che li ha portati in carcere. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta coordinata dai pm Antonella Duchini e Giuseppe Petrazzini che hanno ottenuto dal gip Marina De Robertis la convalida degli arresti in flagranza di reato per il tentativo di rapina alla gioielleria «Sonia Galassi» di Ellera di Corciano e il fermo di polizia giudiziaria per gli episodi di Bastia Umbra e Pierantonio. Gli arrestati — assistiti dagli avvocati Donatella Donati e Luca Maori — si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. In cinque pagine di provvedimento il giudice ricostruisce le fasi dell’individuazione del gruppo e ritiene sussistenti sia il pericolo di fuga perché i pugliesi hanno dimostrato di sapersi spostare con celerità sul territorio che i gravi indizi di colpevolezza.
Dall’inchiesta emerge che è stato un lavoro certosino a mettere gli investigatori sulle tracce della banda. Tutto inizia il 27 marzo scorso in via Roma a Bastia dove il proprietario della gioielleria «Clessifra» viene pestato (90 giorni di prognosi) legato insieme a due clienti e rapinato di gioielli per 250 mila euro. Mentre il gruppo è in azione (secondo la Mobile c’erano sicuramente Antonio Di Lena, 23 anni e il basista Nicola Battisti, 28 anni residente al Trasimeno) ad uno dei malviventi (Di Lena) squilla il telefonino. Il particolare sarà riferito dal gioielliere. La polizia quindi prende tutto il traffico telefonico della cella che copre quella zona. E spulciando migliaia di dati arrivano a isolare il nome di Di Lena, già pregiudicato. Studiando le celle capiscono poi che il gruppo si è spostato da Brindisi e il giorno è rientrato alla base. ‘Attaccano’ i telefoni e capiscono che ci sono altri colpi da mettere a segno. Nel frattempo però i rapinatori colpiscono il 13 maggio a Pierantonio. Il video che riprende le violenze alla titolare e alla commessa ritrae il primo piano di uno dei banditi: Eros Rossi, arrestato a Vitipeno (il gip di Bolzano che l’ha sentito per rogatoria gli ha concesso i domiciliari). A casa sua la polizia trova anche la stessa maglietta utilizzata per il colpo.
Al termine dell’udienza di convalida l’avvocato Donati ha eccepito l’insussistenza dell’ipotesi di tentata rapina perché i tre — oltre a Di Lena e Battisti anche Vincenzo Del Zotti di 39 anni — erano accanto all’auto, disarmati e senza intenzione di colpire. 
 
di ERIKA PONTINI

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