Bastia

La banda aveva spiato la famiglia

OMICIDIO E RAPINA A OSPEDALICCHIO Effettuata l’autopsia sulla vittima. Oggi i funerali
OSPEDALICCHIO – E’ stato violentemente colpito al torace, ma resta ancora da stabilire se a causare il decesso di Luigi Masciolini siano state le percosse ricevute o se sia soffocato dopo essere stato imbavagliato con del nastro adesivo. Questo l’esito dell’autopsia sul corpo dell’ottantacinquenne di Ospedalicchio, spirato nel corso della rapina avvenuta nella notte di giovedì scorso all’interno della sua abitazione. L’esame non sembra avere chiarito, per ora, esattamente le cause e il momento della morte. Per quanto riguarda le indagini è emerso che dalla casa mancavano i soldi della pensione, una cifra stimata intorno ai cinquecentoseicento euro. La banda sembrerebbe essere formata da un gruppo di cinque o sei persone, secondo il racconto della moglie Maria Ragni, anche lei picchiata e imbavagliata dai ladri. La donna, ancora ricoverata all’ospedale di Assisi, presenta numerose ecchimosi, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. Oggi i funerali della vittima.
Dall’autopsia risultano segni ai percosse, ma forse r anziano e morto soffocato dal nastro


LUCA FIORUCCI
PERUGIA – E’ stato violentemente colpito più volte, soprattutto al torace, ma resta ancora da stabilire se a causarne il decesso siano state le percosse ricevute o se sia soffocato dopo essere stato imbavagliato con del nastro isolante. Questo l’esito delle cinque ore impiegate dal medico legale Laura Paglicci Reattelli, per eseguire l’autopsia sul corpo di Luigi Masciolini, l’anziano ottantacinquenne di Ospedalicchio, spirato nel corso della rapina avvenuta nella notte di giovedì scorso all’interno della sua abitazione. L’esame non sembra avere chiarito, per ora, esattamente le cause e il momento della morte. Per quanto riguarda le indagini, l’ispezione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Perugia, coadiuvati dai militari della stazione di Assisi, ha fatto emergere che dalla casa mancavano i soldi della pensione, una cifra stimata intorno ai cinquecento-seicento euro. Ritrovato dove l’anziano era solito lasciarlo, invece, il denaro, presumibilmente una cifra più consistente, che teneva per accudire gli animali e per le necessità legate al terreno agricolo che coltivava. Forse proprio quello che i malviventi cercavano. La banda sembrerebbe essere formata da un gruppo di cinque o sei persone, secondo il racconto della moglie Maria Ragni, anche lei picchiata e imbavagliata dai ladri. La donna, ancora ricoverata all’ospedale di Assisi, presenta numerose ecchimosi soprattutto sul viso, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. I due anziani coniugi sono stati ritrovati nel primo pomeriggio di ieri, intorno alle 15.30 dopo sedici ore, dal primogenito Marcello, avvisato da un vicino di casa che aveva appuntamento con Luigi per mietere il granturco del campo di proprietà dell’uomo. Avendo trovato la porta aperta, ha subito allertato il familiare che, una volta arrivato a casa, ha fatto la drammatica scoperta. Il padre steso sul letto ormai privo di vita, la madre a terra ancora viva, ma ferita. Ai rilievi del Ris, effettuati nel pomeriggio di venerdì, ne sono seguiti ulteriori ieri mattina. Appurata la scomparsa del denaro, si cerca qualsiasi indizio utile all’identificazione degli autori della violenta rapina. Molto importanti le testimonianze di Maria Ragni, interrogata per tutto il pomeriggio di venerdì e la mattinata di ieri dal pm Manuela Comodi. I ricordi della
donna sono confusi, sfuocati a causa dello shock per l’aggressione e per le lunghe ore trascorse senza possibilità di
muoversi. Secondo l’anziana in cinque o sei si sarebbero introdotti in casa. Erano a viso scoperto, ma non è al momento in grado di ricostruirne i lineamenti. Parlavano con un accento meridionale, presumibilmente napoletano, ma gli inquirenti non escludono che si possa trattare di un espediente per sviare le indagini. Si ipotizza anche, sempre con le dovute cautele, che il raid sia opera di un gruppo di slavi. La dinamica dell’episodio evidenzia comunque una certa accuratezza nella preparazione. E’ presumibile che i ladri abbiamo studiato attentamente orari e abitudini dei Mascolini e della zona dove abitavano. A pochi metri dalla casa c’è il passaggio a livello. Un ostacolo in più per la fuga dei malviventi, nel caso in cui avessero trovato le sbarre abbassate per l’arrivo di un treno. Questo spiegherebbe anche la scelta oculata dell’orario dell’atto criminale. Dopo le 23 infatti, presumibile orario dell’irruzione, in quel tratto non passano più convogli. Volevano
quindi essere sicuri di non avere impedimenti ulteriori prima di entrare in azione. Le indagini, come confermato dal tenente Florindo Rosa, comandante della stazione di Assisi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri pomeriggio, proseguono a trecentosessanta gradi per recuperare lo svantaggio di sedici ore di cui godono i ladri omicidi.
Domani pomeriggio, intanto, nella chiesa di San Michele Arcangelo verranno celebrati i funerali dell’anziano e si presume che l’intero paese si stringerà vicino alla famiglia colpita da questa brutalità disumana.



Le esequie nel pomeriggio nella chiesa di San Michele


OSPEDALICCHIO – Oggi si svolgeranno i funerali di Luigi Masciolini. Nel pomeriggio nella chiesa di San Michele Arcangelo a celebrare le esequie dell’anziano sarà il parroco don Claudio Schioppa, che conosce bene la famiglia e soprattutto Luigi. “Lo conoscevo bene dice don Claudio – era una persona gentile, buona, disponibile. Accompagnava spesso la moglie in chiesa e anche lui era un cristiano praticante, aveva l’abitudine di andare ogni domenica a messa, di buon mattino, nella chiesa del cimitero di Bastia Umbra a bordo del suo Ape giallo». O Le i a dare l’ultimo saluto a Luigi ci sarà tutto il paese, costernato e ferito da un oItraggio difficile da perdonare.


 


Interrogatorio fiume per Maria Ragni, vittima col marito dei criminali
La moglie li ha visti in faccia
I suoi ricordi potrebbero aiutare gli inquirenti a risalire agli assassini del marito


OSPEDALICCHIO – Manca poco a mezzogiorno. Nei corridoi dell’ospedale non si parla d’altro: un uomo è stato ucciso, sua moglie viva per miracolo ora è lì tra quelle mura bianche, con la pelle che brucia e con l’anima dilaniata. Il cielo pesante di pioggia che da due giorni non abbandona Assisi sembra voler entrare prepotentemente, squarciare i vetri, riunirsi al freddo ed alla rabbia dei famigliari dell’anziana coppia aggredita per poche lire nel luogo per loro più sicuro, la loro casa.
Sono tutti lì nel corridoio del reparto di chirurgia. Cercano di farsi forza a vicenda. L’incubo li ha investiti in pieno, all’improvviso. Senza dargli il tempo di capire, di comprendere, magari di iniziare a perdonare gli autori di quel gesto folle e criminale. Maria Ragni, l’anziana vedova di Luigi Mascolini è nella sua stanza lontana da occhi indiscreti. Protetta. Accanto a lei ci sono gli inquirenti. Manuela Comodi, magistrato titolare delle indagini ed i carabinieri di Perugia ed Assisi. L’interrogatorio della donna dura da ore. Riuscire a sapere di più e nel minor tempo possibile è un atto difficile quanto necessario a questo punto delle indagini. Dal momento dell’aggressione sono passati quasi due giorni e della gang criminale pare si siano perse le tracce. Maria Ragni è l’unica, in questo momento a poter dare agli inquirenti ciò che ancora manca per ricomporre il quadro della vicenda. Lei quei maledetti individui li ha visti in faccia. Come lei stessa ha detto agli investigatori i malviventi hanno agito a volto scoperto e lei ha avuto modo di vederne le fattezze da vicino, di sentirne la voce, di studiarne i movimenti. Deve essere più forte di tutto,più forte della paura, più forte del dolore che ora la attanaglia. Deve ricordare. Deve dare un’identità ai sui aggressori. Le forze dell’ordine faranno il resto. In questo momento la priorità è una sola, fermare quei criminale prima che colpiscano ancora, prima che facciano del male ad altre persone sole e come loro indifese. E’ importante quindi che la donna ricordi, anche se in questo momento, l’unica cosa da augurarle sarebbe solo quella di dimenticare. Cancellare per sempre i ricordi dell’orrore, gli occhi terrorizzati dell’uomo con cui ha diviso tutta una vita.
Dimenticare quei momenti che le hanno squarciato ogni certezza, che l’hanno ferita nell’animo prima e più che nel corpo.
Per sedici ore è rimasta legata e imbavagliata al suolo. Aggredita all’interno della sua abitazione, malmenata e impossibilitata a muoversi a fianco del marito ormai deceduto. Sedici terribili ore che le hanno cambiato la vita e che l’hanno segnata per sempre.
FRANCESCA BENE


 

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