Bastia

Koelman narra la tragica morte dell’eroina

LETTERATURA


BASTIA UMBRA – Proveniente da centinaia di penne eterogenee, il racconto storico e leggendario della morte di Colomba Antonietti assume i connotati della tragica sorpresa nel diario del pittore olandese Jan Philip Koelman, pubblicato con il titolo “Memorie Romane” (Roma, 1963). A Roma dal 1844 al 1857 per perfezionarsi nell’arte pittorica, Koelman narra le vicende della Repubblica Romana come volontario arruolatosi in difesa della città: “[…] Una palla di cannone saltando in aria sulla breccia era caduta nel fossato colpendo nel fianco un giovane soldato. Un istante dopo  il poveretto rendeva l’ultimo respiro. Quattro compagni lo portarono via con una barella. Dovendo fare anch’io la stessa strada lo stavo seguendo, ma prima che giungessero al bastione n.2, un grido rauco alla nostre spalle ci fece trasalire. “Oh! Gesù Cristo mio! è il povero tenente!” esclamò uno dei soldati. Infatti un giovane ufficiale ci stava rincorrendo, saltando come un pazzo i fossati ed i cumuli di terra attraverso il bastione. Gli uomini si tolsero la barella dalle spalle posandola a terra. Ansante e pallido come un cencio, l’ufficiale, immagine vivente della disperazione, rimase lì fermo per un istante a fissare il morto. Un solo istante, perché subito girò convulsamente gli occhi all’intorno e cadde svenuto sul cadavere. Mi affrettai ad allontanarmi e tornato dai Lombardi, raccontai loro quello che avevo visto. “Non avete sentito il nome dell’ufficiale?” chiese il capitano che comandava il gruppo. “Sì, se ho capito bene lo chiamavano Porzio”. “Acci…” esclamò il capitano, “allora hanno ucciso la moglie del tenente”. Il triste corteo ci passò davanti un momento dopo. L’ufficiale a testa scoperta seguiva barcollando la barella portata da quattro zappatori, sulla quale giaceva la giovane moglie, che lo aveva seguito durante tutta la spedizione italiana. Si chiamava Colomba Antonietti”.

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